“SERVIRE È UN PO’… MORIRE”: Omelia nella Celebrazione Pomeridiana del Giovedì Santo per i ragazzi – Cascina Gatti, 24 marzo 2016

“SERVIRE È UN PO’… MORIRE”

Omelia nella Celebrazione Pomeridiana del Giovedì Santo per i ragazzi

Cascina Gatti, 24 marzo 2016

Lavanda-dei-piedi-Lode

Diversi anni fa’ una donna cristiana che faceva l’assistente sociale nella periferia di Parigi scrisse a proposito del Giovedì santo:

Se dovessi scegliere una reliquia della tua Passione

prenderei proprio quel catino colmo d’acqua sporca.

Girare il mondo con quel recipiente

e ad ogni piede cingermi dell’asciugatoio

e curvarmi giù in basso,

non alzando mai la testa oltre il polpaccio

per non distinguere i nemici dagli amici

e lavare i piedi del vagabondo, dell’ateo, del drogato,

del carcerato, dell’omicida, di chi non mi saluta più,

di quel compagno per cui non prego mai,

in silenzio,

finché tutti abbiano capito nel mio

il tuo Amore.

(Madeleine Delbrel)

 

Che cos’è, anzitutto, una reliquia? È una parte delle spoglie mortali di qualche santo e santa, oppure un oggetto sacro, appartenuto ad un uomo o una donna di Dio, e utilizzato nella propria vita per esprimere la fede nel Dio di Gesù Cristo.

Madeleine, dunque, sceglie quel catino colmo d’acqua sporca usato da Gesù per lavare i piedi ai Dodici. Per farne che cosa? Lo dice molto bene la stessa donna: “Per lavare i piedi di chiunque incontri non alzando la testa oltre il polpaccio per non distinguere i nemici dagli amici (…), in silenzio, finché tutti abbiano capito nel mio il tuo Amore”.

Il gesto compiuto da Gesù ed ammirato da Madeleine lo rievocheremo anche noi, qui, nella nostra Chiesa: dodici ragazzi e ragazze che si preparano alla Comunione si lasceranno lavare i piedi da me che, indegnamente, prenderò il posto di Gesù Maestro: ad alcuni di voi, lo so già, scapperà da ridere perché è un gesto lontano da noi e dalla nostra cultura! Ma proprio per questo ha un significato forte: ci dice, anzi ci rappresenta quale Amore ha il Padre nei nostri confronti.

Dunque, di quale Amore il Padre ci ama, attraverso Gesù? È un Amore che si abbassa, diventa umile, piccolo, servo; è un amore che si spoglia delle vesti (le vesti dicono la dignità della persona, quindi Gesù lascia da parte anche la propria dignità); è un amore che si mette a servizio e non si serve di noi.

Insieme a questo gesto, abbiamo anche compiuto altre azioni: abbiamo proclamato tante volte “eterna è la sua misericordia” ricordandoci la liberazione dalla schiavitù; ci siamo inginocchiati per esprimere il nostro pentimento e il bisogno di essere perdonati dal Padre; abbiamo accolti gli oli sacri, consacrati questa mattina dal nostro Vescovo in Duomo a Milano, frutto della spremitura dell’oliva che è Gesù stesso che è stato torchiato e schiacciato per noi, per donarci la sua stessa santità e la sua stessa dignità di figli di Dio.

Tutti questi doni ci aiutano a comprendere e soprattutto a vivere la realtà di Gesù che si dona a noi e che ci rivela il vero volto di Dio: l’eterna misericordia del Padre che manda il Figlio per noi; la possibilità di ricevere il perdono, che è un dono divino, e di portarlo nel mondo; il sacrificio di Gesù che dona a noi sé stesso e, attraverso i sacramenti, ci da’ la forza di camminare nel mondo diventando “sacrifici viventi graditi a Dio”.

Ma tutto questo lo possiamo comprendere e vivere se lasciamo che il gesto di Gesù della lavanda dei piedi ci “metta un po’ in crisi”: perché in fondo servire è un po’… morire a sé stessi per essere dono per l’altro.

Un noto cantautore italiano diversi anni fa cantava: “la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare. Mi fido di te: cosa sei disposto a perdere?”. Chiediamo a Gesù che è venuto a servirci di dare a ciascuno di noi il desiderio di volare nella nostra vita togliendoci la paura di donare la nostra vita proprio come Lui ha fatto e fa per noi.

 

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