Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe – Domenica 31 gennaio 2016 – Omelia (rito ambrosiano)
Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Omelia (rito ambrosiano)
Nell’antico testamento essere una benedizione vuol dire essere sotto lo sguardo paterno e misericordioso di Dio.
Così Giacobbe e Mosè diventano un segno eloquente per tutto il popolo: Giacobbe vive la benedizione con uno stuolo di figli che daranno vita alle dodici tribù di Israele; Mosè sta faccia a faccia con l’Altissimo e da lui riceve la conferma dell’Alleanza e i decreti da insegnare al popolo. Anche noi possiamo essere benedizione del Signore e quindi donare vita, sentire ed essere la conferma della fedeltà del Signore, fare nostri i comandi del Signore e quindi testimoniarli per insegnarli.
Ciò che colpisce dal breve brano della lettera agli Efesini della seconda lettura è l’insistenza sull’obbedienza reciproca. Non dobbiamo mai dimenticare che la radice dell’obbedienza sta nell’ascolto: un ascolto che non è semplicemente sentire ma porre attenzione al messaggio e alle parole che mi sono consegnate perché io ne faccia oggetto di riflessione e le possa fare mie. Obbedienza e ascolto quindi dobbiamo ancora considerarle come virtù molto valide per crescere nella famiglia e camminare insieme.
Il Vangelo ci racconta l’estrema cura che Giuseppe ha nei confronti di Gesù e Maria, della sua famiglia. Giuseppe non fa un passo senza prima aver ascoltato ciò che il signore ha da dirgli: il mistero dei due sogni ci dice con quale delicatezza e attenzione il padre esiterà guidare con mano sicura e discrezione i passi e le decisioni di questo uomo giusto. L’uomo e la donna di fede sono sempre aperti alle indicazioni che il signore anche in modo misterioso comunica loro.
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