OMELIA NELL’OTTAVA DEL NATALE NELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE (RITO AMBROSIANO)
OMELIA NELL’OTTAVA DEL NATALE NELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE
(RITO AMBROSIANO)
Ci vogliono otto giorni di festa, secondo la Chiesa, per “completare” la festa del Natale di Gesù: l’ottavo giorno è quello della completezza, quello del compimento. Quanto bisogno abbiamo di completezza e di compimento!
In questo primo giorno dell’anno ci vengono incontro alcune parole “speciali”.
La prima è una parola di benedizione.
24Ti benedica il Signore e ti custodisca.
25Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
26Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace.
Alcune parole già le conosciamo da ieri, soprattutto una: pace. Ma ce ne sono altre altrettanto importanti: custodire, fare grazia, rivolgere il volto. Sono le parole di chi ama e di chi si prende cura. Le parole delle benedizione sacerdotale, o di Aronne, diventano lo “stile di Dio” nei confronti dei suoi figli, nei nostri confronti. La benedizione di Dio, che per noi significa “dire bene”, è il modo con il quale egli decide di seguire ogni nostro passo.
La seconda parola è, invece, un quadro, un dipinto.
Paolo in poche parole racchiude il mistero di Dio che, attraverso Gesù, si fa uomo per amore dell’uomo, di ogni uomo e di ogni donna proprio come noi. E aggiunge e specifica, ancora una volta, quale cammino sceglie, quale via percorre: quella più lunga e movimentata, quella che dall’alto viene verso di noi per poterci elevare a Lui. Questo mistero, questo movimento si chiama “kenosì”, abbassamento: è il contrario della voce del mondo, della mondanità!
La terza parola ci ricorda un nome e un destino.
Il nome è quello di Gesù, e il destino è “Dio salva” o Salvatore. E questo nome e questo destino è offerto allo stupore dei semplici e dei disponibili, pronto a sorprendere anche chi, forse come noi, siamo distratti o presi da altro che non il nostro bene interiore, la salvezza della nostra anima. Possiamo essere come i pastori, pieni di stupore, e come Maria che conservata tutte queste cose meditandole nel cuore: sta a noi decidere se questo Dio ha diritto di parlare e di fare parte della nostra vita.
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