Omelia nella VI Domenica di Pasqua (rito ambrosiano, A) 17/5/2020

Omelia nella VI Domenica di Pasqua (rito ambrosiano, A) 17/5/2020

LETTURA At 4, 8-14
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare.

SALMO Sal 117 (118)

La pietra scartata dai costruttori
ora è pietra angolare.

Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.
Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore. R

Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. R

Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre. R

EPISTOLA 1Cor 2, 12-16
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Infatti «chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare?». Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.  

VANGELO Gv 14, 25-29
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Il “filo rosso” che tiene insieme le letture di questa VI Domenica di Pasqua è certamente lo Spirito Santo.

Nel racconto degli Atti si legge che Pietro è “colmato dello Spirito santo” ed è quindi capace di dare la sua testimonianza rispetto alla guarigione di un uomo infermo. Gesù stesso lo aveva detto ai suoi discepoli di non preparare prima la propria difesa: è lo Spirito, misterioso e reale dono scaturito dal cuore del Padre e del Figlio, che suggerisce parole, pensieri, azioni… e le parole di Pietro ne sono un esempio di grande profondità, di grande lucidità, di grande fiducia e di grande umiltà. Infatti Pietro e Giovanni sono consapevoli di non essere “artefici” di questa opera di guarigione, sanno nel profondo che a loro volta sono stati chiamati, amati, guariti, salvati: tutto questo diventa dono per chi incontrano, il dono della presenza viva di Gesù risorto e del suo Spirito di vita.

Nel brano della prima lettera ai Corinzi l’Apostolo è chiaro: solamente il dono dello Spirito di Dio ci rende capaci di conoscere Dio, il suo mistero d’amore, il suo piano di salvezza; ma non solo: lo stesso Spirito ci introduce nella realtà profonda di noi stessi, quella animata appunto dal dono della vita nuova, quella vita nuova che ha una sorgente spirituale che trasforma, trasfigura tutta la vita del credente. Questa realtà profonda permette all’uomo spirituale di “conoscere ciò che Dio ci ha donato” e di “giudicare secondo lo Spirito”: riconoscenza e giusto giudizio sono due dimensioni importanti perché al vita dell’uomo credente possa risplendere come testimonianza credibile, certa, riconoscente.

Il Vangelo, riportando le stesse parole di Gesù, ci ricorda che il dono dello Spirito è: memoria viva delle parole di Gesù e insegnante interiore (o maestro interiore, secondo le parole di Sant’Agostino); pace vera, profondamente interiore e reale che si diffonde in tutta la persone e in tutta l’esistenza; assenza di timore e di turbamento nel cuore; certezza del Signore Gesù presente nel mistero e attesa del suo ritorno glorioso. Sembrano parole lontane dalla nostra vita, dalla nostra esperienza di fede: in realtà esse ci mostrano la profondità del mistero di questo dono che rende la nostra vita, fin dal battesimo, una vita spirituale, o secondo lo Spirito dentro la quale c’è già, in potenza, tutto quello che è detto da Gesù. Sta alla nostra libertà continuamente allenarci a sapere e sentire questa ricchezza dentro noi e lasciare che si diffonda, con umiltà, anzitutto in tutto noi stessi e, poi, fuori di noi.

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