Omelia nella Veglia Pasquale (rito ambrosiano) 20/4/19
Omelia nella Veglia Pasquale (rito ambrosiano)
Parrocchia Buon Pastore – Ospitaletto di Cormano sabato 20 aprile 2019
La “madre di tutte le veglie” “tutto abbraccia il mistero della nostra salvezza”; in questa notte siamo guidati dal fuoco, istruiti dalle Scritture, purificati dall’acqua, nutriti dal Pane del Cielo.
- Guidati dal fuoco
“La colonna di fuoco risplende e guida i redenti alle acque che danno salvezza”. Il solenne lucernario, preceduto dalla benedizione del fuoco, ha dato inizio alla celebrazione. Come nuovo Israele, siamo stati condotti qui attraverso la luce del cero pasquale che ha iniziato a rischiarare le tenebre e l’ombra di morte posatesi su di noi con la morte di Gesù, lo Sposo della Chiesa.
Questa luce gentile è come la stella polare che non ci permette di perderci nelle nebbie del mondo e delle circostanze più difficili della nostra vita. Siamo come le vergini prudenti della parabola evangelica che attendono lo Sposo.
- Istruiti dalle Scritture
“Nella rapida corsa di un’unica notte si avverano preannunzi profetici di vari millenni”. La lunga catechesi biblica ci ha fatto percorrere per intero la storia della salvezza: è stato un cammino lungo, ma necessario, di memoria: “Ricorda il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere”.
Il racconto della creazione ci ha ricordato l’opera di Dio e la nostra vocazione di creature fatte “a sua immagine”: tutto il cammino, tutta la storia è da leggere in questa prospettiva! Quando l’uomo, quando noi perdiamo la nostra origine, l’esistenza perde il suo significato primo e più profondo. “La gloria di Dio è l’uomo vivente”.
Abramo è padre nella fede, ma soprattutto padre nel coraggio: la fiducia cieca e coraggiosa di quest’uomo ci è da sprone e da esempio nelle prove della vita e della fede. Chissà se anche noi, come Abramo, ci saremo fidati di Dio così tanto.
L’agnello pasquale, prefigurazione dell’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, introduce il popolo in un cammino di liberazione e di fiducia ancora maggiore nell’opera e nella guida di Dio. Questo non vuol dire che tutto andrà bene, per il verso giusto (almeno secondo noi): tutto andrà in base alla fiducia in Dio che renderanno i passi sicuri.
Il “passaggio pasquale” ci indica che la guida sicura della liberazione è fatta direttamente da Dio attraverso la colonna di nubi di giorno e la colonna di fuoco di notte: anche noi, questa notte, seguiamo la “colonna di fuoco” raffigurata dal cero pasquale. Questa guida agli occhi del faraone, agli occhi del mondo, senza confusa e senza senso: per chi invece continua ad avere fede essa diventa salvezza certa dalle mani del nemico, garanzia di vera libertà.
L’alleanza divina è la Parola di Dio che viene donata perché trovi efficacia nel cuore degli uomini, nel cuore die credenti, proprio come la parabola evangelica del seminatore e del campo: solo questa Parola sazia e disseta, solo questa parola richiama alla conversione, cioè al tornare a Dio.
“Lavatevi, purificatevi!” è l’appello dell’ultima parola profetica, ultima chiamata prima dell’annuncio della risurrezione di Gesù. La promessa di Dio è quella di un perdono totale e definitivo, capace di cancellare ogni peccato riconosciuto, lavato e purificato. Nessun peccato resiste all’onda d’urto della forza della vita che risorge!
La voce apostolica di Pietro, dopo essere stato confermato nella fede dal perdono del Risorto, ci raggiunge anche oggi: “Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere”. Anche noi, perdonati, siamo confermati nella fede, pronti a testimoniare la risurrezione.
Paolo ci ricorda di “riannodare” Antico e Nuovo Testamento: Cristo Gesù è il vangelo vivo promesso dai profeti e “costituito Figlio di Dio con potenza, (…) in virtù della risurrezione dai morti”.
Il Vangelo ci ricorda il “marchio di fabbrica” del nostro Dio: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto”. Non avere paura di quello che non comprendiamo, o facciamo fatica a cogliere; non avere paura della tomba vuota di Gesù; non avere paura di ricevere da Lui la salvezza.
- Purificati dall’acqua
“Per Adamo siamo nati alla morte: ora, generati dall’acqua e dallo Spirito santo, con Cristo rinasciamo alla vita”.
Rinnovare l’acqua lustrale e le promesse battesimale non è semplicemente un rispolvero, ma è immergersi di nuovo nell’onda salvifica che ci ha rigenerati alla vita nuova, alla vita dei figli di Dio, inseriti in una comunità chiamata Chiesa. Se ciascuno di noi è figlio, singolarmente, è però inserito in una comunità familiare che supera le soglie dei legami di sangue: l’essere qui, questa notte, rigenera tra noi quei legami spirituali che ci rendono l’uno per l’altro necessari, indispensabili, perché nessuno si salva da solo!
4. Nutriti dal Pane del cielo
“Chi invece di questo corpo si ciba, conquista la vita perenne”.
Il momento culminante e conclusivo della nostra veglia sarà la liturgia eucaristica, alla quale partecipiamo normalmente ogni domenica, se non ogni giorno.
Ma in questa notte essa assume un significato ancora più profondo, ancora più pregnante: dopo aver seguito il fuoco, dopo essere stati istruiti, dopo essere stati purificati e inseriti nella Chiesa, siamo pronti per “fare comunione” con Gesù, meglio ancora con il sacrificio di Gesù che ci unisce a Lui, sia nella sua morte che nella sia risurrezione.
“Salvatore forte e pietoso del genere umano, hai debellato il regno degli inferi con la potenza della tua passione” (I orazione Lodi Sabato santo): proprio per la sua passione noi possiamo essere certi che il nostro destino è la vita perenne, non gli inferi di chi è lontano da Dio per sempre!
Nell’augurarci buona Pasqua, diciamo allora: “Buona Pasqua di Gesù, morto e risorto per te!”.
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