Omelia nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo re dell’universo (A), rito ambrosiano – 5/11/17
NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
Solennità del Signore, ultima Domenica dell’Anno Liturgico
LETTURA
Lettura del secondo libro di Samuele 7, 1-6. 8-9. 12-14a. 16-17
In quei giorni. Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io infatti non ho abitato in una casa da quando ho fatto salire Israele dall’Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione”. Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: “Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”». Natan parlò a Davide secondo tutte queste parole e secondo tutta questa visione.
SALMO Sal 44 (45) ® Dio ti ha consacrato con olio d’esultanza.
Liete parole mi sgorgano dal cuore: io proclamo al re il mio poema,
la mia lingua è come stilo di scriba veloce. ®
Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia,
perciò Dio ti ha benedetto per sempre. ®
Ami la giustizia e la malvagità detesti: Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato
con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni. ®
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai prìncipi di tutta la terra.
Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni;
così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. ®
EPISTOLA Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 1, 9b-14
Fratelli, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio. Resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria, per essere perseveranti e magnanimi in tutto, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre / e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, / per mezzo del quale abbiamo la redenzione, / il perdono dei peccati.
VANGELO Lettura del Vangelo secondo Giovanni 18, 33c-37
In quel tempo. Pilato disse al Signore Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
La storia di Davide è tremenda e affascinate nello stesso tempo. Il più giovane della casa di suo padre è scelto per diventare re e signore in mezzo al suo popolo: di fronte alle perplessità del profeta Saul, Dio risponde semplicemente “L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore“.
Davide fa grandi cose, insieme ad altre meno grandi e più difficili da accettare: la sua vita è la storia più eloquente della lotta che si consuma nel cuore di ogni uomo, lotta tra bene e male, tra santità e peccato, tra grazia e dannazione.
Così anche il desiderio di dare una dimora degna e stabile all’arca di Dio, questo anelito di dare stabilità all’abitare dell’Altissimo in mezzo al suo popolo, è accolto dal Signore stesso ma “purificato”, corretto, convertito: “Io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio”. È Lui, l’Altro a ricordare al re che da’ la vita, dà continuità al suo regno, dà stabilità: e la cosa bella, affascinante, commovente, è che il rapporto che si crea è quello dell’affetto tra un padre e un figlio, quasi un “legame di sangue”, un legame carnale.
Stiamo celebrando la festa di Cristo Re e, insieme, stiamo dicendo a Lui grazie per il cammino condiviso: ricordiamoci sempre che è Lui, il Padre, a creare, custodire e far crescere il suo Regno e, nel suo Regno, le nostre relazioni, le nostre amicizie, i nostri affetti.
Che bello il testo di Paolo ai Colossesi! Anzitutto l’immancabile e l’incessante preghiera: mi piace pensarla come a un “dialogo con il Signore” nel quale ciascuno di noi affida il suo prossimo proprio come dice l’Apostolo perché cerchiamo e scopriamo la sua volontà, impariamo a conoscerLo e portiamo frutti di opere buone.
E poi la frase “Ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce”.
Ecco, io sento di ringraziare con gioia il Padre perché in questi anni imparo molto da ciascuno di voi, guardando alla vostra vita e condividendo le vostre storie, ma anche e certamente condividendo con voi la mia storia, cercando insieme di partecipare alla costruzione del “regno del Figlio del suo amore”: solo così, con questo stile di condivisione che vince timidezza, riservatezza, malfidenza, egoismo… noi possiamo continuare a costruire in umiltà il Regno di Dio!
Il Vangelo, infine, ci mette di fronte la serietà della richiesta di Gesù: “Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”.
Ascoltare la voce di Gesù che parla dal trono più alto, dal legno della Croce, non è una cosa facile, un esercizio spirituale che ci viene così, automatico: quanta fatica sostare sulla Parola, cavarne il suo significato per me, per noi e poi scoprire ciò che il Signore non dice “in generale”, ma dice a me, a te, a noi personalmente!
Gesù ci chiede il coraggio della verità, cioè di riconoscere quanta fatica facciamo a stare con Lui: quanto tempo dedichiamo ad organizzare, pianificare, sistemare, ideare, progettare, verificare… quanto tempo nella cura dei particolari, di quell’attività, di quell’incontro, di quel progetto… senza tenere in debito conto che davvero in tutto Lui c’è se lo lasciamo entrare, se lo invochiamo, se ci lasciamo ispirare e guidare da Lui.
Ma perché questa fatica? Gesù ce lo dice: “Il mio regno non è di questo mondo”. Forse il Signore ci disprezza perché noi siamo di questo mondo? No, non ci disprezza affatto! Anzi: ci chiede solamente la fatica di dimorare nella verità, di stare con Lui sempre un po’ di più, ai piedi della croce dalla quale regna, dalla quale ama, dalla quale ci chiama.
Impariamo da Maria che sta ai piedi della Croce: Lei sì che ha compreso il desiderio di Dio di Padre di ogni uomo e donna!
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