Omelia nella Domenica delle Palme (rito ambrosiano, anno A) 5/4/2020
Domenica delle Palme
Settimana autentica
LETTURA Is 52, 13 – 53, 12Lettura del profeta Isaia
Così dice il Signore Dio: / «Ecco, il mio servo avrà successo, / sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente. / Come molti si stupirono di lui / – tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto / e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –, / così si meraviglieranno di lui molte nazioni; / i re davanti a lui si chiuderanno la bocca, / poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato / e comprenderanno ciò che mai avevano udito. / Chi avrebbe creduto al nostro annuncio? / A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? / È cresciuto come un virgulto davanti a lui / e come una radice in terra arida. / Non ha apparenza né bellezza / per attirare i nostri sguardi, / non splendore per poterci piacere. / Disprezzato e reietto dagli uomini, / uomo dei dolori che ben conosce il patire, / come uno davanti al quale ci si copre la faccia; / era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. / Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, / si è addossato i nostri dolori; / e noi lo giudicavamo castigato, / percosso da Dio e umiliato. / Egli è stato trafitto per le nostre colpe, / schiacciato per le nostre iniquità. / Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; / per le sue piaghe noi siamo stati guariti. / Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, / ognuno di noi seguiva la sua strada; / il Signore fece ricadere su di lui / l’iniquità di noi tutti. / Maltrattato, si lasciò umiliare / e non aprì la sua bocca; / era come agnello condotto al macello, / come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, / e non aprì la sua bocca. / Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; / chi si affligge per la sua posterità? / Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, / per la colpa del mio popolo fu percosso a morte. / Gli si diede sepoltura con gli empi, / con il ricco fu il suo tumulo, / sebbene non avesse commesso violenza / né vi fosse inganno nella sua bocca. / Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. / Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, / vedrà una discendenza, vivrà a lungo, / si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. / Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce / e si sazierà della sua conoscenza; / il giusto mio servo giustificherà molti, / egli si addosserà le loro iniquità. / Perciò io gli darò in premio le moltitudini, / dei potenti egli farà bottino, / perché ha spogliato se stesso fino alla morte / ed è stato annoverato fra gli empi, / mentre egli portava il peccato di molti / e intercedeva per i colpevoli».
SALMO Sal 87
Signore, in te mi rifugio.
Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l’orecchio alla mia supplica.
Io sono sazio di sventure,
la mia vita è sull’orlo degli inferi.
Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa,
sono come un uomo ormai senza forze.
Sono libero, ma tra i morti.
Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo,
si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
EPISTOLA Eb 12,1b-3Lettera agli Ebrei
Fratelli, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo.
VANGELO Gv 11,55-12,11✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
“Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?»”: è anche nostra questa domanda di quelli che, ieri come oggi, cercano Gesù nel loro tempo, in questo tempo. Siamo proprio sicuri che Lui verrà anche in mezzo a questa epidemia, pandemia… chiamiamola pure come vogliamo? Siamo proprio sicuri che Gesù riuscirà a raggiungere ogni “tempio domestico” (ogni casa) e ogni “tempio spirituale” (ogni cuore e ogni vita) per poter dare in dono se stesso e così compiere la sua missione di salvezza? E’ incredibilmente attuale la domanda del Vangelo perché ci aiuta a leggere il presente con lo sguardo sapiente di Dio, cercando di alzare i nostri occhi e, così, guardare ciò che ci succede, ciò che succede al nostro mondo con una prospettiva decisamente differente.
L’antica profezia di Isaia ci mette in guardia: chi aspettate che arrivi? Come verrà e sarà riconoscibile? Egli, certo, è il servo di Dio che sarà onorato, lodato, riconosciuto, stimato grandemente… ma in che modo viene, in che modo verrà? Il servo di Dio viene in una modalità inedita, inaspettata, alla quale forse noi, invece, ci siamo abituati raccontandola con un po’ troppa “retorica”, cercando di edulcorare ciò che, invece, edulcorabile non è: la potenza di un amore che si sacrifica, che va incontro alla contrarietà, alla derisione, all’oltraggio, alla vergogna… Siamo proprio sicuri di aver incontrato, nella nostra vita credente, questo servo di Dio? Dove ci ha condotto la nostra vita di fede, il nostro cammino di cristiani, la nostra pratica sacramentale, il nostro pregare e la nostra carità? Il servo di Dio che noi conosciamo in Gesù Signore viene, al contrario delle nostre aspettative, là dove c’è fallimento, dolore, tradimento, vergogna, debolezza… in una parola viene nello scandalo della morte di croce che contempliamo e contempleremo come misura di un amore senza misura.
La parola apostolica allora ci dice come fare per poter davvero incontrare e riincontrare questo servo di Dio: “avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia”. Una vita leggera perché affidala a mani sicure, una vita che pone il Suo giogo sulle spalle e vede nella Croce di Gesù la croce personale, una vita che è un cammino di conversione continua (cioè un ritornare sempre a Lui) è una vita che tiene fisso lo sguardo su Gesù che colui che è origine e compimento della fede stessa. Quando Pietro in mezzo alla tempesta vede Gesù camminare sulle acque e gli chiede di poter camminare a sua volta su di esse per poterLo raggiungere inizia ad affondare quando perde il contatto visivo con il Maestro, quando appunto non lo vede più. Sono tempi particolari, questi, tempi nei quali intensificare il nostro guardare a Lui per essere raggianti, come dice bene il salmista.
«Che ve ne pare? Non verrà alla festa?»: certamente Gesù viene e verrà alla festa, alla sua festa di Pasqua, verrà come servo obbediente del Signore, verrà nella semplicità delle nostre case attraversate da timori e dolori, verrà come è venuto nella casa di Betania a condividere con noi gioie e dolori, verrà e si lascerà accogliere da chi avrà puntato gli occhi su di Lui, verrà e si lascerà bagnare i piedi con le lacrime di chi desidera di essere accolto e amato per quello che è, verrà e si profumerà tutto il luogo dove sarà accolto con quel profumo speciale e prezioso che è segno di morte ma anche di risurrezione. Non può non venire, non puoi non venire, Signore Gesù: ce lo hai promesso e noi sappiamo che Tu mantieni sempre le promesse, anche a costo della Tua stessa vita! “Io sono con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).
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