Omelia nella Domenica del Battesimo del Signore (rito ambrosiano) 13/1/19
BATTESIMO DEL SIGNORE – Festa
Domenica dopo l’Epifania
LETTURA
Lettura del profeta Isaia 55, 4-7
Così dice il Signore Dio: / «Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, / principe e sovrano sulle nazioni. / Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; / accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano / a causa del Signore, tuo Dio, / del Santo d’Israele, che ti onora. / Cercate il Signore, mentre si fa trovare, / invocatelo, mentre è vicino. / L’empio abbandoni la sua via / e l’uomo iniquo i suoi pensieri; / ritorni al Signore che avrà misericordia di lui / e al nostro Dio che largamente perdona».
SALMO
Sal 28 (29)
® Gloria e lode al tuo nome, Signore.
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo. ®
La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza. ®
Tuona il Dio della gloria.
Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre. ®
EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 2, 13-22
Fratelli, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace, / colui che di due ha fatto una cosa sola, / abbattendo il muro di separazione che li divideva, / cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. / Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, / per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, / facendo la pace, / e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, / per mezzo della croce, / eliminando in se stesso l’inimicizia. / Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, / e pace a coloro che erano vicini. / Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, / al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 3, 15-16. 21-22
In quel tempo. Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Se dovessero farmi la domanda: “Ma tu, di chi sei figlio?”, immediatamente risponderei facendo riferimento a mio padre e mia padre, alla mia famiglia di origine, ai miei genitori. E invece, per un cristiano, per un battezzato, la prima risposta dovrebbe essere: “Io sono figlio di Dio, figlio del Padre! Grazie all’amore dei miei genitori che mi hanno desiderato, concepito e cresciuto educandomi alla fede cristiana e alla vita”. Questo è quello che oggi festeggiamo nella liturgia: il nostro essere figli nel Figlio.
E questo nostro essere figli è indelebile, incancellabile: è un sigillo, proprio come l’amore intramontabile di cui siamo oggetto da parte del Padre.
Se questa è la realtà, umana e spirituale, che viviamo e della quale tropo spesso non ne siamo consapevoli, un’espressione della prima orazione di oggi ci indica il cammino da seguire per ridestare in noi questo dono, questa certezza: “O Padre… dona a chi è diventato tuo figlio di vivere senza smarrimenti secondo il tuo disegno d’amore“.
Vivere senza smarrimenti. Mai prima nella storia dell’uomo Dio si è reso vicino proprio grazie alla nascita di Gesù come vero uomo per rivelarci il vero Dio. Anche il Primo testamento ci esorta a questa ricerca di Lui, dicendo: “Cercate il Signore, mentre si fa trovare, / invocatelo, mentre è vicino“. Il tempo che viviamo è il tempo della rivelazione piena, non dobbiamo attendere altre rivelazioni, altri segni della vicinanza e della disponibilità del Dio che è Padre testimoniato nella vita e nella missione del Figlio. E noi possiamo cercarLo, dobbiamo cercarLo proprio seguendo le indicazioni del profeta: “L’empio abbandoni la sua via / e l’uomo iniquo i suoi pensieri; / ritorni al Signore che avrà misericordia di lui / e al nostro Dio che largamente perdona“. Solo abbandonando le nostre vie, segnate dall’empietà, dall’ingiustizia, dall’egoismo, dal “noi” e “voi”, dalle divisioni… solo emendando i pensieri ingiusti, quelli non purificati dallo Spirito della verità, lo Spirito dei sette doni… potremo riconoscere quale via è quella che ritorna al Signore e Padre perché sarà illuminata dal dono e dalla certezza del suo perdono, dalla generosità della sua forza e del suo desiderio di averci con sé, suoi familiari, suoi intimi.
Secondo il tuo disegno d’amore. Sia lettera paolina che il Vangelo ci indicano quale disegno d’amore ci attende: un disegno di comunione e un disegno di identità. Un disegno di comunione: “in Lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito“. La comunione, opera dello Spirito santo, è il segno evidente che abbiamo preso sul serio il nostro essere e diventare cristiani, figli di Dio: è l’abbandono sincero (e a volte difficoltoso per colpa del nostro orgoglio) della nostra volontà alla sua volontà, è ispirazione continua, è assecondare il “lavoro” dello Spirito che agisce in noi e ci rende ancora più umani perché ci porta alla pienezza dell’umanità, che è comunione e “divinizzazione”, proprio come Gesù. Un disegno di identità: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento“. Questa comunione, che opera dentro di noi attraverso lo Spirito santo (sempre che lo lasciamo agire), ci porta ad assomigliare sempre più, nel progredire di questo cammino, a Gesù e a sentire rivolte a noi, vere per noi le parole che il Padre gli ha rivolto quando si è manifestato nel battesimo. E ancora di più, proprio in questo momento troviamo uno dei rarissimi interventi “diretti” (forse l’unico) del Padre che si sente in dovere di dire chiaramente chi è Gesù: nel battesimo, quello di Giovanni, a testimoniare che la trinità prende sul serio la nostra umanità, con le sue contraddizioni e le sue ricchezze, con le sue ferite e le sue potenzialità… per renderla umanità amata nel quale trova il suo compiacimento.
E allora, al termine di questo tempo di Natale, mettiamoci all’opera, da veri figli amati del Padre, guardando a Gesù e alla sua opera e missione: perché solo stando con Lui possiamo sempre imparare e re-imparare di esser realmente figli amati!
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