Omelia per la Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe – Domenica 289 gennaio 2017 (rito Ambrosiano A)
29.01.2017 – Ultima Domenica di gennaio
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE – Festa
Lettura
Lettura del libro del Siracide 7, 27-30. 32-36
Onora tuo padre con tutto il cuore / e non dimenticare le doglie di tua madre. / Ricorda che essi ti hanno generato: / che cosa darai loro in cambio di quanto ti hanno dato? / Con tutta l’anima temi il Signore / e abbi riverenza per i suoi sacerdoti. / Ama con tutta la forza chi ti ha creato / e non trascurare i suoi ministri. / Anche al povero tendi la tua mano, / perché sia perfetta la tua benedizione. / La tua generosità si estenda a ogni vivente, / ma anche al morto non negare la tua pietà. / Non evitare coloro che piangono / e con gli afflitti móstrati afflitto. / Non esitare a visitare un malato, / perché per questo sarai amato. / In tutte le tue opere ricòrdati della tua fine / e non cadrai mai nel peccato.
Salmo
Sal 127 (128)
® Vita e benedizione sulla casa che teme il Signore.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. ®
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. ®
Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
per tutti i giorni della tua vita! ®
Epistola
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 3, 12-21
Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre. Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.
Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Luca 2, 22-33
In quel tempo. Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio «una coppia di tortore o due giovani colombi», come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo / vada in pace, secondo la tua parola, / perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli: / luce per rivelarti alle genti / e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Nel Libro del Siracide sono contenute vere e proprie “perle si saggezza” sapienziali degne di nota: avete notato che riguardano tutte il rapporto con il nostro prossimo? Dunque la relazione è da considerare in modo sapienziale.
Ciò che uno coltiva nel cuore è capace di esprimerlo in pensieri, parole e opere: è allora importante coltivare un cuore che onora, ricorda, ricambia, riverisce… Sembrano parole e atteggiamenti d’altri tempi, lontani dal nostro contesto attuale; eppure con quale urgenza ne abbiamo bisogno! Le cronache quotidiano sono piene, ahimè, di esempi di tragedie grandi e piccole che si consumano ai nostri occhi: di quante di queste ne proviamo sinceramente compassione? Perché è la compassione che muove poi all’azione (pensiamo alla parabola del buon samaritano). Come noi guardiamo chi ci sta intorno? Lo sguardo di Dio, descritto nel Siracide, molte volte è ben diverso dal nostro…
Paolo esprime tutto questo con un linguaggio teologico chiaro e comprensibile a noi ascoltatori e alla comunità dei Colossesi: egli chiede di “rivestirsi di carità”, e questo rivestirci ci dà la capacità come dono di Dio di suscitare una grande quantità di sentimenti buoni, non ultimo quello del reciproco sostegno e della reciproca sopportazione (perché se aspettiamo che gi altri cambino e non siamo in grado di farlo noi stessi, siamo “fregati” in partenza!). Tutto questo a partire dai nostri rapporti quotidiani e familiari: lì il Signore Gesù è presente con il suo dono di grazia e lì ci chiede di esercitare tutte le doti e le virtù, umane e cristiane.
Infine il Vangelo, che non è quello “classico” che ci saremmo aspettati nella festa della Sacra Famiglia, ci ricorda come l’uomo, mosso dallo Spirito di Dio e sempre vigilante e in attesa, è capace di riconoscere Dio che viene in un segno piccolo, come un bambino appena nato, e per questo ne gioisce.
Chissà se siamo abituati alla saggezza, proprio come il vecchio Simeone, oppure “abbruttiti” e stanchi come la folla che non riconosce la salvezza nascosta nelle piccole cose che sono accanto a noi!
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