Omelia della III Domenica di Quaresima (A) 19 marzo 2017, rito ambrosiano

19.03.2017 – DOMENICA DI ABRAMO
III di Quaresima
LETTURA

Lettura del libro dell’Esodo 34, 1-10

In quei giorni. Il Signore disse a Mosè: «Taglia due tavole di pietra come le prime. Io scriverò su queste tavole le parole che erano sulle tavole di prima, che hai spezzato. Tieniti pronto per domani mattina: domani mattina salirai sul monte Sinai e rimarrai lassù per me in cima al monte. Nessuno salga con te e non si veda nessuno su tutto il monte; neppure greggi o armenti vengano a pascolare davanti a questo monte». Mosè tagliò due tavole di pietra come le prime; si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.

Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione». Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità».

Il Signore disse: «Ecco, io stabilisco un’alleanza: in presenza di tutto il tuo popolo io farò meraviglie, quali non furono mai compiute in nessuna terra e in nessuna nazione: tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l’opera del Signore, perché terribile è quanto io sto per fare con te».

 

SALMO

Sal 105 (106)

®   Salvaci, Signore, nostro Dio.

Abbiamo peccato con i nostri padri,

delitti e malvagità abbiamo commesso.

I nostri padri, in Egitto, non compresero le tue meraviglie,

non si ricordarono della grandezza del tuo amore. ®

Molte volte li aveva liberati,

eppure si ostinarono nei loro progetti.

Ma egli vide la loro angustia,

quando udì il loro grido.®

Si ricordò della sua alleanza con loro

e si mosse a compassione, per il suo grande amore.

Li affidò alla misericordia

di quelli che li avevano deportati.®

 

EPISTOLA

Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati 3, 6-14

Fratelli, come Abramo «ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giustizia», riconoscete dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede. E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per la fede, preannunciò ad Abramo: «In te saranno benedette tutte le nazioni». Di conseguenza, quelli che vengono dalla fede sono benedetti insieme ad Abramo, che credette. Quelli invece che si richiamano alle opere della Legge stanno sotto la maledizione, poiché sta scritto: «Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della Legge per metterle in pratica». E che nessuno sia giustificato davanti a Dio per la Legge risulta dal fatto che «il giusto per fede vivrà». Ma la Legge non si basa sulla fede; al contrario dice: «Chi metterà in pratica queste cose, vivrà grazie ad esse». Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: «Maledetto chi è appeso al legno», perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito.

 

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 8, 31-59

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».

Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio».

Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?». Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

 

Più volte, di fronte ai brani del Primo Testamento (e in particolare quelli “fondamentali”, come quelli appartenenti al Pentateuco, cioè ai primi cinque libri della Bibbia, detta Torà, cioè legge) rimaniamo stupiti di quanto la rivelazione di Dio al suo popolo sia descritta come terribile, potente, misteriosa, riservata a pochi… e ci viene quasi spontaneo confrontarla, invece, con la rivelazione di Dio come Padre per mezzo della vita di Gesù, suo Figlio e nostro Salvatore. È davvero lo stesso Dio e Signore che si rivela? La Nuova Alleanza è davvero nuova perché differente dall’Antica?

Ci accorgiamo che alcune parole ritornano, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione». Misericordia, pietà, ricchezza di amore e fedeltà, che conserva l’amore, pronto al perdono e alla correzione… sono espressioni che ritroviamo spesso anche nelle altre parti del Primo Testamento, compiute poi nelle narrazioni evangeliche della vita e della missione di Gesù il Messia.

Un altro dato è comune al popolo antico, così come al nuovo: essere propensi all’infedeltà, cioè non essere capaci quasi invincibilmente alla fedeltà all’Alleanza come il Signore è fedele! E forse per questo il Padre ha deciso di mandare il Figlio: per darci conferma che, insieme alla correzione del peccatore, egli vuole che si converta e viva.

Comprendiamo così subito che il discorso di Paolo ai Galati (“riconoscete dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede”) si basa proprio su questo dato di fatto: di fronte all’alleanza fondata solamente sul rispetto della legge, l’uomo cade perché non è capace di rimanere fedele, porta in sé quella fragilità che porta al peccato e alla disobbedienza e, infine, ad allontanarsi da Dio perché si reputa indegno, non amato, incapace di cambiare, di convertirsi.

Solamente Gesù è stato capace di prendere su di sé la maledizione della legge, proprio questa incapacità di mettere in pratica in maniera piena l’alleanza e le sue conseguenze (cioè l’osservanza fedele della legge); e proprio questa sua missione è rifiutata da quelli che si reputano figli di Abramo, figli della promessa.

Il dialogo del Vangelo, lungo e difficile, ci pone di fronte a una verifica seria della nostra vita. Di fronte alla scelta della verità o della menzogna, nelle grandi così come nelle piccole cose, il Maestro ci avverte: la libertà ha un prezzo (che Lui per primo ha pagato!), mentre la menzogna rende schiavi e divide.

Come possiamo essere libero, dunque? La fede ha questo dono, proprio come ce lo ricorda anche sant’Ambrogio: “Ubi fides, ibi libertas”, cioè “dove c’è la fede, c’è libertà”.

Il cardinale Joseph Ratzinger così disse, commentando proprio le parole di sant’Ambrogio: «La libertà per essere vera, e quindi per essere anche efficiente, ha bisogno della comunione. E non di qualunque comunione, ma ultimamente della comunione con la verità stessa, con l’amore stesso: con Cristo». Chiediamo dunque il dono di una comunione più piena con Gesù conosciuto, amato, invocato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.