Omelia della II Domenica dopo Pentecoste (rito ambrosiano, B) 3/6/18

II DOMENICA DOPO PENTECOSTE

LETTURA
Lettura del libro del Siracide 16, 24-30
Ascoltami, figlio, e impara la scienza, / e nel tuo cuore tieni conto delle mie parole. / Manifesterò con ponderazione la dottrina, / con cura annuncerò la scienza. / Quando il Signore da principio creò le sue opere, / dopo averle fatte ne distinse le parti. / Ordinò per sempre le sue opere / e il loro dominio per le generazioni future. / Non soffrono né fame né stanchezza / e non interrompono il loro lavoro. / Nessuna di loro urta la sua vicina, / mai disubbidiranno alla sua parola. / Dopo ciò il Signore guardò alla terra / e la riempì dei suoi beni. / Ne coprì la superficie con ogni specie di viventi / e questi ad essa faranno ritorno.
 
SALMO
Sal 148
®  Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.
Lodatelo, sole e luna,
lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. ®
Lodatelo, cieli dei cieli,
voi, acque al di sopra dei cieli.
Lodino il nome del Signore,
perché al suo comando sono stati creati. ®
Lodate il Signore dalla terra,
mostri marini e voi tutti, abissi,
fuoco e grandine, neve e nebbia,
vento di bufera che esegue la sua parola. ®
Monti e voi tutte, colline,
alberi da frutto e voi tutti, cedri,
voi, bestie e animali domestici,
rettili e uccelli alati. ®
 
EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1, 16-21
Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata.
 
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 12, 22-31
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta».

Il brano del Siracide ci ricorda che l’opera del Dio creatore comprende anche la paziente istruzione e educazione dell’uomo ad avere uno sguardo sul mondo che sia buono e giusto, capace insomma di contemplarlo e di non sfruttarlo, capace di dire grazie e di non considerare nulla cone possesso ma come chiamata ad un utilizzo responsabile e condiviso perché ciascuno possa ritrovarsi nel disegno del Padre.
Paolo nel brano odierno ci parla del Vangelo come potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede in Lui. È una formula solenne, forse un po’ lontana dalla nostra esperienza di salvezza e di potenza, ma è comunque immagine efficace per esprimere come opera Dio attraverso il Figlio. Infatti grazie al Vangelo, che è l’opera di Gesù, ogni uomo e donna sono messi di fronte alla giustizia di Dio che è giusta e non iniqua: Se infatti il giusto vive per la fede, l’ingiusto basta a se stesso ed è fonte di iniquità perché non basa le sue relazioni sulla giustizia e la solidarietà.
Il Vangelo è la risposta, poetica, a questa visione divina e a questo desiderio del Padre di instaurare un regno improntato alla fiducia in Lui e alla giustizia dei rapporti umani: Solamente la ricerca di questa giustizia superiore potrà permettere ai credenti di non affannarsi per cose secondarie che sembrano essenziali, come per esempio cibo e vestito. Anche perché la promessa di Gesù è ben chiara: a chi cerca il Regno di Dio queste cose sono date in aggiunta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.