Omelia della Domenica della Dedicazione del Duomo di Milano, 15 ottobre 2017
DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO, CHIESA MADRE DI TUTTI I FEDELI AMBROSIANI
Solennità del Signore
LETTURA
Lettura del profeta Baruc 3, 24-38 (1° scelta)
O Israele, quanto è grande la casa di Dio, / quanto è esteso il luogo del suo dominio! / È grande e non ha fine, / è alto e non ha misura! / Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, / alti di statura, esperti nella guerra; / ma Dio non scelse costoro / e non diede loro la via della sapienza: / perirono perché non ebbero saggezza, / perirono per la loro indolenza. / Chi è salito al cielo e l’ha presa / e l’ha fatta scendere dalle nubi? / Chi ha attraversato il mare e l’ha trovata / e l’ha comprata a prezzo d’oro puro? / Nessuno conosce la sua via, / nessuno prende a cuore il suo sentiero. / Ma colui che sa tutto, la conosce / e l’ha scrutata con la sua intelligenza, / colui che ha formato la terra per sempre / e l’ha riempita di quadrupedi, / colui che manda la luce ed essa corre, / l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore. / Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia / e hanno gioito; / egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!», / e hanno brillato di gioia per colui che le ha create. / Egli è il nostro Dio, / e nessun altro può essere confrontato con lui. / Egli ha scoperto ogni via della sapienza / e l’ha data a Giacobbe, suo servo, / a Israele, suo amato. / Per questo è apparsa sulla terra / e ha vissuto fra gli uomini.
SALMO
Sal 86 (87)
® Di te si dicono cose gloriose, città di Dio!
Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe. ®
Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia: là costui è nato. ®
Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro in essa sono nati e lui,
l’Altissimo, la mantiene salda». ®
Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno: «Sono in te tutte le mie sorgenti». ®
EPISTOLA
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 2, 19-22
Carissimo, le solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e ancora: «Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore». In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla; alcuni per usi nobili, altri per usi spregevoli. Chi si manterrà puro da queste cose, sarà come un vaso nobile, santificato, utile al padrone di casa, pronto per ogni opera buona. Sta’ lontano dalle passioni della gioventù; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro.
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 21, 10-17
In quel tempo. Mentre il Signore Gesù entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea». Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: / “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. / Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: / “Dalla bocca di bambini e di lattanti / hai tratto per te una lode”?». / Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.
Quando noi pensiamo alla sapienza di solito ci riferiamo ai parametri del mondo: la sapienza è dunque sapere tante cose. In realtà per prima ci dovrebbe venire in mente che la sapienza per noi cristiani è una persona: è Gesù stesso che, uscito dalla bocca dell’Altissimo, viene ad abitare in mezzo a noi come Colui che ci svela i segreti del Padre. Ecco quindi che Baruc nella sua profezia anticipa quello che noi già conosciamo: non importa la forza, la perizia in qualcosa (nel caso del testo la guerra), ma importa soprattutto seguire il cammino della saggezza che viene a dimorare in mezzo agli uomini. E dove incontriamo la sapienza Gesù? Proprio nella sua Chiesa.
Ciascuno di noi, ci ricorda l’Apostolo Paolo per mezzo della lettera scritta al discepolo Timoteo, è parte della grande Chiesa di Dio: la nostra vita, paragonata a un semplice vaso, può avere diverso valore, ma ciò che importa è l’utilizzo che noi ne facciamo e come la custodiamo. Sta a noi con me nostre scelte dare quel vero valore alla nostra vita perché sia riempita della grazia di Dio e del suo Spirito. È questa grazie e questo Spirito lo riceviamo nella Chiesa che, a partire dal segno visibile della cattedrale, è madre e maestra e ci fa crescere come vere membra vive di Cristo, ciascuno secondo la propria specifica missione,
Gesù entra a Gerusalemme ed entra nel tempio: è un’entrata rumorosa, piena di forza e di rabbia, quasi da giustiziere e castigatore. L’immagine di un Dio forte e potente ci piace e ci affascina. Eppure, subito dopo, accoglie non i forti e i potenti, ma i ciechi e gli storti per guarirli, proprio coloro che nel tempio non troverebbero posto eprchè impuri, segnati visibilmente dal peccato e dalla maledizione divina. Ancora di più, Gesù esce dal tempio e dalla città, quasi prendendo le distanze da quel suo intervento così deciso, così violento, anche se giustificato: egli va verso Betania, luogo della casa amica e luogo dell’affetto, quasi a ricordarci che per conoscerlo bene, per conoscere bene chi è Lui occorre tempo e confidenza, occorre entrare in una relazione personale ed affettiva. Ma questo non basta: occorre, come i fanciulli, semplificare tutti i nostri ragionamenti e riconoscerlo come colui che viene nel nome del Signore, spogliandoci delle nostre pretese e delle false immagini che abbiamo di Lui.
Solo in questo modo riconosceremo il nostro Duomo, la nostra cattedrale, così come ogni nostra Chiesa parrocchiale, il luogo comunitario dell’incontro con Lui che viene come sapienza del Padre, che viene per prenderci come siamo e farci diventare come Lui desidera, che viene per stare in dialogo con noi e far sì che ci conosciamo vicendevolmente.
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