MESSA VIGILIARE VESPERTINA – inizia il Tempo di Natale – Omelia, 24 dicembre 2015

MESSA VIGILIARE VESPERTINA – inizia il Tempo di Natale

Omelia, 24 dicembre 2015

presepe

I LETTURA
Lettura del libro della Genesi 15, 1-7

In quei giorni. Fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede».

Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra».

 

EPISTOLA
Lettera agli Ebrei 10, 37-39

Fratelli, «ancora un poco, un poco appena, / e colui che deve venire, verrà e non tarderà. / Il mio giusto per fede vivrà»; / ma «se cede, non porrò in lui il mio amore». / Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.

 

VANGELO
 Lettura del Vangelo secondo Matteo 1, 18-25

Così fu generato il Signore Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: / a lui sarà dato il nome di Emmanuele», / che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Gaudete, gaudete Christus est natus ex Maria Virgine, gaudete!

Tempus adest gratiæ Hoc quod optabamus,
Carmina læticiæ, devote reddamus. (rit)

 

Deus homo factus est natura mirante,
Mundus renovatus est a Christo regnante. (rit)

 

Ezechielis porta clausa pertransitur,
Unde lux est orta salus invenitur. (rit)

 

Ergo nostra concio, psallat iam in lustro;
Benedicat Domino: Salus Regi nostro. (rit)

Gioite! Cristo è nato da Maria Vergine!

È giunto il tempo di grazia
che abbiamo tanto desiderato,
rendiamo con devozione inni di gioia.

 

Dio si è fatto uomo, meraviglia della natura, il mondo è rinnovato da Cristo regnante.

 

La porta di Ezechiele che era chiusa è stata attraversata, là dove è sorta la luce si trova la salvezza.

Perciò il nostro canto risuoni già in segno di purificazione, benedica il Signore: salve al nostro Re.

“Gioite! Gioite! Cristo è nato da Maria Vergine, gioite!”: con insistenza la musica e in canti da questa sera ci invitano alla gioia, quella gioia più piena e più vera per quello che, ancora una volta, si rinnova per la nostra vita e per la vita di tutto il mondo. “Cristo è nato da Maria Vergine”: il tempo dell’uomo, il tempo del mondo, la nostra storia conosce la sua vera rivoluzione quando si apre a questa magnifica rivelazione.

Questa “rivoluzione divina” parte da lontano: affonda le radici in quel “Non temere, Abramo” che le nostre orecchie hanno sentito narrare, di nuovo, questa sera. Perché partire, ancora una volta, da lì? Perché noi tutti abbiamo un difetto: conosciamo poco e in modo superficiale la storia nella quale camminiamo e siamo inseriti. Abramo, nostro padre nella fede (ma anche padre dei fratelli musulmani. A proposito dopo 457 anni il Natale cristiano e il Mawlid musulmano (nascita di Muhammad) coincidono!) crede alla promessa divina di avere una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia sulla spiaggia del mare: il segno della speranza, anche nel Primo Testamento, è sempre la vita che nasce e che continua! La storia della nostra fede affonda le radici proprio in questo fatto così incredibile e bello: una promessa divina, una fede incrollabile, una vita che continua.

Questo “tempo di grazia”, ci dice la lettera agli Ebrei, è vicinissimo a noi: “Il mio giusto per fede vivrà” ci consegna la certezza di un Dio che promette e mantiene e ci ricorda come la fede sia in fondamento di tutto, compresa la certezza che “Dio è con noi”. A ciascuno di noi, grande o piccolo, giovane o vecchio, sano o malato, è chiesto di esprimere con un atto di fede (e siamo qui proprio ad esprimerlo, con la nostra presenza!) l’adesione a questo Dio così vicino e così disponibile ad abitare in mezzo a noi, ad abitare dentro di noi, diventando la stessa fonte della nostra vita proprio perché il desiderio di essere salvi è lo stesso desiderio di salvezza che ci porta il Salvatore.

E fu così che un altro “Non temere”, questa volta indirizzato a Giuseppe, spalancò le porte alla volontà del Padre e permise all’Emmanuele, al “Dio con noi”, di essere “uno di noi”, parte di quella stessa umanità, ferita e a volte senza speranza, che aveva contribuito a creare con amore e dedizione. La storia degli uomini e delle donne di fede è piena di questi “Non temere”: è la parola che, da sempre, Dio sussurra al cuore di ogni uomo e ogni donna perché possa rispondere, con gioia e generosità, alla grande chiamata ad essere realmente figli amati di Dio.

“Dio si è fatto uomo, meraviglia della natura, il mondo è rinnovato da Cristo regnante”: il dono più grande di Dio, Gesù, viene ancora una volta perché, come meraviglia della natura, l’uomo e il mondo possano trovare in Lui la forza, la speranza, l’ispirazione per rinnovare ogni cosa, a partire dalla vita interiore e personale. E questo è possibile solamente se, con umiltà, lasciamo “regnare” Cristo dentro di noi. Per questo vi chiedo di dire, insieme a me: “Gesù, figlio di Dio, che vieni per me, sei il mio Signore! Amen”.

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