La Parola della Croce: Venerdì della 2° settimana di Quaresima (9 marzo)

La meraviglia credente e la meraviglia incredula
Bisogna dunque fare attenzione che Dio, in Gesù, sceglie non una qualunque morte, ma questa morte: la morte del crocifisso.
C’è un senso di questa meraviglia, dunque, da ricuperare di fronte a questa affermazione che può diventare banale. Gesù è morto per noi, ma che sia morto crocifisso non è una cosa puramente accidentale! Cè un senso di meraviglia da ricuperare di fronte alla morte crocifissa di Gesù. Ma la meraviglia è un pochino sempre a doppio esito: c’è la meraviglia che vuol capire, che si lascia educare a capire.
Quando Mosè vede il roveto ardente nel deserto, dice: “Voglio avvicinarmi e vedere che cosa è questo”. Vuole capire quello che vede. Oppure, nel c. 53 di Isaia, dove si parla di Yahwè, il coro a un certo punto domanda: “Chi mai avrebbe creduto? Noi l’avremmo considerato come un malfattore e invece…”. Questo modo di reagire è il modo di meraviglia che vuol capire, che si lascia educare a capire.
E c’è invece la meraviglia che non nasce dall’intelligenza, cioè dalla volontà dell’uomo di capire, di piegarsi e di incontrare la verità o comunque ciò che gli si manifesta: ma è la meraviglia della ragione, che conduce a misurare questa cosa secondo il metro che sono io.
Questa meraviglia conduce all’incredulità e al rifiuto, mentre la prima conduce all’ammirazione, si lascia educare dall’avvenimento, si lascia piegare.
Possiamo fare la storia, allora, di fronte alla morte di Gesù non “in qualunque modo” ma alla morte scelta, la morte di croce, possiamo, dicevo, fare la storia di questa complessa meraviglia che ha due possibili esiti.
Il primo esito possibile è quello dell’intelligenza che si lascia educare a capire e quindi alla fine crede e dice: non avrei mai pensato questa cosa.
Il secondo è la meraviglia che dice: devo misurare io le cose come sono e, misurandole, cioè prendendo me come metro della cosa, dico: o questa cosa sta nel mio metro o non ci sta, e alla fine la rifiuta.

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