La Parola che conta: Venerdì 8 febbraio 2019
Venerdì della settimana della IV domenica dopo l’Epifania
Lettura
Lettura del libro del Siracide 30, 2-11
Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio / e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti. / Chi istruisce il proprio figlio rende geloso il nemico / e davanti agli amici si rallegra. / Muore il padre? È come se non morisse, / perché dopo di sé lascia uno che gli è simile. / Durante la vita egli gioisce nel contemplarlo, / in punto di morte non prova dolore. / Per i nemici lascia un vendicatore, / per gli amici uno che sa ricompensarli. / Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite, / a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto. / Un cavallo non domato diventa caparbio, / un figlio lasciato a se stesso diventa testardo. / Vezzeggia il figlio ed egli ti riserverà delle sorprese, / scherza con lui, ti procurerà dispiaceri. / Non ridere con lui per non doverti rattristare, / e non debba alla fine digrignare i denti. / Non concedergli libertà in gioventù, / non prendere alla leggera i suoi errori.
Salmo
Sal 50 (51)
® Signore, nel segreto del cuore m’insegni la sapienza.
Tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore mi insegni la sapienza.
Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro;
lavami e sarò più bianco della neve. ®
Fammi sentire gioia e letizia:
esulteranno le ossa che hai spezzato.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo. ®
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno. ®
Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Marco 7, 1-13
In quel tempo. Si riunirono attorno al Signore Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: / “Questo popolo mi onora con le labbra, / ma il suo cuore è lontano da me. / Invano mi rendono culto, / insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è ‘korbàn’, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
La pagina del Siracide è una sorta di “inno all’educazione” ed è spaventosamente attuale, per tutti, non solo per le nuove generazioni: mai dimenticarci che anche i grandi, gli adulti rimangono sempre e comunque figli del Padre, figli della Chiesa e proprio per questo l’opera educativa non è mai terminata fino alla fine della vita.
Gesù si scaglia con voce forte e chiara contro quelle tradizioni degli uomini che non hanno la loro radice nella rivelazione e nelle leggi divine: esse diventano fuorvianti e distolgono dal cammino della vera fede, la fede che è dono di Dio e che è esercizio di giustizia e di carità.
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