La Parola che conta: Venerdì 8 aprile 2016, II di Pasqua
LETTURA
Lettura degli Atti degli Apostoli 4, 23-31
In quei giorni. Rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani. Quando udirono questo, tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio dicendo: «Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano, tu che, per mezzo dello Spirito Santo, dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide: / “Perché le nazioni si agitarono / e i popoli tramarono cose vane? / Si sollevarono i re della terra / e i prìncipi si allearono insieme / contro il Signore e contro il suo Cristo”; / davvero in questa città Erode e Ponzio Pilato, con le nazioni e i popoli d’Israele, si sono alleati contro il tuo santo servo Gesù, che tu hai consacrato, per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano deciso che avvenisse. E ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola, stendendo la tua mano affinché si compiano guarigioni, segni e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù». Quand’ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono colmati di Spirito Santo e proclamavano la parola di Dio con franchezza.
SALMO
Sal 2
® Governanti e giudici della terra, servite il Signore!
oppure
® Alleluia, alleluia, alleluia.
Perché le genti sono in tumulto
e i popoli cospirano invano?
Insorgono i re della terra
e i prìncipi congiurano insieme
contro il Signore e il suo consacrato. ®
Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane». ®
E ora siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore.
Beato chi in lui si rifugia. ®
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 3, 22-30
In quel tempo. Il Signore Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».
La preghiera di lode e la richiesta del coraggio nella testimonianza sono le due caratteristiche della Chiesa Apostolica che risponde in questo modo alle minacce e agli ostacoli incontrati, siano essi provenienti da ambienti religiosi che civili e politici. La risposta dunque non è un trionfare o sbaragliare o sconfiggere nemici, bensì porre dei segni inequivocabili della potenza di Dio che agisce singolarmente nel cuore dell’uomo e posta guarigioni fisiche, morali, spirituali.
La gioia piena di Giovanni Battista è quella di sapere chi è, quale dev’essere la sua missione, portarla a compimento e… gioire nel vedere il Messia all’opera per compiere la volontà di Dio: Giovanni si definisce “amico dello Sposo” perché riconosce in Gesù il desiderio di un legame forte, sponsale, con l’umanità, un legame d’amore pronto al sacrificio che porta alla salvezza.
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