La Parola che conta: Venerdì 26 gennaio 2018
Venerdì, Settimana della III Domenica dopo l’Epifania
Ss. Timoteo e Tito, vescovi
Lettura
Lettura del libro del Siracide 44, 1; 49, 13-16
Facciamo ora l’elogio di uomini illustri,/ dei padri nostri nelle loro generazioni./ La memoria di Neemia durerà a lungo;/ egli rialzò le nostre mura demolite,/ vi pose porte e sbarre/ e fece risorgere le nostre case./ Nessuno sulla terra fu creato eguale a Enoc;/ difatti egli fu assunto dalla terra./ Non nacque un altro uomo come Giuseppe,/ guida dei fratelli, sostegno del popolo;/ perfino le sue ossa furono onorate./ Sem e Set furono glorificati fra gli uomini,/ ma, nella creazione, superiore a ogni vivente è Adamo.
Salmo
Sal 47 (48)
® Il Signore è colui che ci guida.
O Dio, meditiamo il tuo amore
dentro il tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino all’estremità della terra;
di giustizia è piena la tua destra. ®
Gioisca il monte Sion,
esultino i villaggi di Giuda
a causa dei tuoi giudizi.
Circondate Sion, giratele intorno,
contate le sue torri. ®
Osservate le sue mura,
passate in rassegna le sue fortezze,
per narrare alla generazione futura: questo è Dio,
il nostro Dio in eterno e per sempre;
egli è colui che ci guida in ogni tempo. ®
Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Marco 5, 21-24a. 35-43
In quel tempo. Essendo il Signore Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui.
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Neemia, Enoc e Giuseppe: il primo è uomo illustre perché opera la ricostruzione anche materiale del suo popolo; il secondo viene reputato degno di essere assunto il cielo al pari di Elia; il terzo è guida per i suoi fratelli dopo un lungo cammino di allontanamento e di conversione nei suoi confronti.
Gesù, nei suoi gesti e nelle sue parole, testimonia una delicatezza e un’attenzione particolare per chi versa nel bisogno e nella prova: per questo rassicura i genitori della ragazza in pericolo di vita e per loro compie il miracolo dei miracoli. Lo stupore poi è la porta della fede, quella fede che dona di guardare alla vita con occhi nuovi.
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