La Parola che conta: Venerdì 15 aprile 2016, III di Pasqua

LETTURA

Lettura degli Atti degli Apostoli 9, 10-16

In quei giorni. C’era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».

SALMO

Sal 31 (32)

® Beato l’uomo a cui è tolta la colpa.

oppure

® Alleluia, alleluia, alleluia.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa

e coperto il peccato.

Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto

e nel cui spirito non è inganno. ®

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,

non ho coperto la mia colpa.

Per questo ti prega ogni fedele

nel tempo dell’angoscia. ®

«Ti istruirò e ti insegnerò la via da seguire;

con gli occhi su di te, ti darò consiglio».

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!

Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! ®

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 6, 22-29

In quel tempo. La folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che il Signore Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Anche il Signore ha le sue “grane”: per esempio convincere Anania della bontà di Saulo e della sua conversione per renderlo “strumento eletto” del Vangelo. Non possiamo pensare che la libertà dell’uomo sia qualcosa che risponde “a comando” alla volontà divina: c’è sempre quel “salto della fede” necessario perché la risposta è libera.

“Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”: dovremmo ricordarci un po’ più spesso questa “summa” delle opere di fede richieste ai credenti. Anzitutto credere a Gesù, al suo Vangelo, alla sua opera incessante nella Chiesa e nel mondo. Questo è il fondamento su cui possiamo costruire tutto il resto: senza di esso la nostra opera sarà solamente nostra, quindi soggetta al fallimento.

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