La Parola che conta: Sabato 9 marzo 2019
Sabato, settimana dell’ultima domenica dopo l’Epifania
LETTURA
Lettura del libro dell’Esodo 35, 1-3
In quei giorni. Mosè radunò tutta la comunità degli Israeliti e disse loro: «Queste sono le cose che il Signore ha comandato di fare: Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà per voi un giorno santo, un giorno di riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque in quel giorno farà qualche lavoro sarà messo a morte. In giorno di sabato non accenderete il fuoco, in nessuna delle vostre dimore».
SALMO
Sal 96 (97)
® Il Signore regna: esulti la terra.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. ®
Un fuoco cammina davanti a lui
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e trema la terra. ®
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. ®
EPISTOLA
Lettera agli Ebrei 4, 4-11
Fratelli, si dice in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: «E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere». E ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo!». Poiché dunque risulta che alcuni entrano in quel riposo e quelli che per primi ricevettero il Vangelo non vi entrarono a causa della loro disobbedienza, Dio fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo mediante Davide, dopo tanto tempo: / «Oggi, se udite la sua voce, / non indurite i vostri cuori!».
Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. Dunque, per il popolo di Dio è riservato un riposo sabbatico. Chi infatti è entrato nel riposo di lui, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie. Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Marco 3, 1-6
In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Si conclude questo tempo dopo l’Epifania con una proposta di letture incentrate sul “giorno di sabato”.
Esodo ricorda l’indicazione autorevole di Mosè che indica il settimo giorno come “giorno santo” e di “assoluto riposo”, “sacro al Signore”: proprio a partire da questa indicazione precisa e inderogabile si svilupperò tutta la linea dottrinale che fa di questo giorno un emblema di fronte a tutti i popoli e un motivo di differenza rispetto ad essi.
Ebrei ci pone di fronte la rilettura neotestamentaria dell’indicazione del riposo sabbatico affermando che proprio a fondamento di esso ciascun credente può entrare nel riposo di Dio e nella pienezza della propria vita grazie a questa comunione con Lui.
Marco nell’episodio dell’uomo dalla mano inaridita guarito di sabato ci riporta l’insegnamento di Gesù che compio l’indicazione di Mosè: il giorno di sabato è bene fare del bene e salvare una vita perché proprio così si onora il Dio del bene e della salvezza, rendendo il cuore umano simile al cuore divino.
Lascia un commento