La Parola che conta: Sabato 16 dicembre 2017
Sabato della V Settimana di Avvento – Commemorazione dell’annuncio a san Giuseppe
Lettura
Lettura del secondo libro di Samuele 7, 4-5a. 12-14a. 16
In quei giorni. fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».
Salmo
Sal 88 (89)
Rit.: La casa di Davide e il suo regno saranno saldi per sempre.
Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono. R
Egli mi invocherà: «Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza».
Io farò di lui il mio primogenito,
il più alto fra i re della terra. R
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele.
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo. R
Epistola
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 4, 13. 16-18
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza».
Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Matteo 1, 18b-24
In quel tempo. Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele,
che significa Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
La profezia del profeta Nathan fatta a Davide riguarda la stabilità della sua casa e del suo regno: solamente una relazione di paternità e di figliolanza garantisce da parte del Signore che quel regno (definizione ancora misteriosa e troppo legata a circostanze storiche nell’antico testamento) possa estendersi nel tempo e nello spazio come alleanza perenne.
Questa promessa di un regno stabile e di una discendenza numerosa tanto da “diventare erede del mondo” è fondata, ci ricorda la lettera agli Ebrei, sulla fede di Abramo e sulla speranza continuamente alimentata nella sua vita e appoggiata alla promessa del dono di grazia da parte di Dio. Non c’è legge che possa garantire quanto promesso al padre nella fede e alla sua discendenza.
Tutti questi discorsi, che sembrano finemente teologici e teorici, nella realtà storica poi si incarnano in Giuseppe, uomo giusto della discendenza di Davide: grazie alla sua disponibilità, alla sua fede e al suo assumersi la paternità di questo discendente, quella promessa di stabilità del regno (questa volta per noi regno è qualcosa di più comprensibile e meno legato ad un solo popolo) si avvera e si incarna.
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