La Parola che conta: Mercoledì 29 novembre 2017
Mercoledì della III Settimana di Avvento
EZECHIELE
Lettura del profeta Ezechiele 12, 1-7
In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, tu abiti in mezzo a una genìa di ribelli, che hanno occhi per vedere e non vedono, hanno orecchi per udire e non odono, perché sono una genìa di ribelli.
Tu, figlio dell’uomo, fatti un bagaglio da esule e di giorno, davanti ai loro occhi, prepàrati a emigrare; davanti ai loro occhi emigrerai dal luogo dove stai verso un altro luogo. Forse comprenderanno che sono una genìa di ribelli. Davanti ai loro occhi prepara di giorno il tuo bagaglio, come fosse il bagaglio di un esule. Davanti a loro uscirai però al tramonto, come partono gli esiliati. Fa’ alla loro presenza un’apertura nel muro ed esci di lì. Alla loro presenza mettiti il bagaglio sulle spalle ed esci nell’oscurità. Ti coprirai la faccia, in modo da non vedere il paese, perché io ho fatto di te un simbolo per gli Israeliti».
Io feci come mi era stato comandato: preparai di giorno il mio bagaglio come quello di un esule e, sul tramonto, feci un foro nel muro con le mani. Uscii nell’oscurità e sotto i loro occhi mi misi il bagaglio sulle spalle.
SALMO
Sal 102 (103)
® Allontana da noi le nostre colpe, Signore.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. ®
Quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe. ®
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,
perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere. ®
PROFETI
Lettura del profeta Sofonia 1, 1. 14-18
Parola del Signore che fu rivolta a Sofonia, figlio di Cusì, figlio di Godolia, figlio di Amaria, figlio di Ezechia, al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda. / «È vicino il grande giorno del Signore, / è vicino e avanza a grandi passi. / Una voce: “Amaro è il giorno del Signore!”. / Anche un prode lo grida. / Giorno d’ira quel giorno, / giorno di angoscia e di afflizione, / giorno di rovina e di sterminio, / giorno di tenebra e di oscurità, / e giorno di nube e di caligine, / giorno di suono di corno e di grido di guerra / sulle città fortificate / e sulle torri elevate. / Metterò gli uomini in angoscia / e cammineranno come ciechi, / perché hanno peccato contro il Signore; / il loro sangue sarà sparso come polvere / e la loro carne come escrementi. / Neppure il loro argento, neppure il loro oro / potranno salvarli. / Nel giorno dell’ira del Signore / e al fuoco della sua gelosia / tutta la terra sarà consumata, / poiché farà improvvisa distruzione / di tutti gli abitanti della terra».
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 15, 10-20
In quel tempo. Riunita la folla, il Signore Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!».
Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». Ed egli rispose: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo».
Dio chiede ad Ezechiede di essere segno e simbolo per il popolo, definito “genìa di ribelli”: egli diventa così esule e lascia la città come segno profetico forte e chiaro, anche se del popolo è detto che non vuole vedere e non vuole sentire. È così anche per noi quando, di fronte agli appelli del Signore, non vogliamo vedere e sentire.
Anche il profeta Sofonia annuncia un giorno del Signore potente e terribile: il linguaggio forte di morte, distruzione, purificazione e spargimento di sangue è destinato alle orecchie di chi, peccatore, continua la sua condotta ingiusta senza convertirsi.
“Dal cuore infatti provengono propositi malvagi”: Gesù ci chiede una prima conversione riconoscendo che è da dentro e non da fuori che emerge il maligno; lavora nel cuore che, per la Bibbia, è sede delle decisioni, sintesi tra ragione e sentimento. La purezza dunque parte dal prendersi cura di ciò che c’è dentro di noi.
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