La Parola che conta: Mercoledì 20 aprile 2016, IV di Pasqua

LETTURA

Lettura degli Atti degli Apostoli  10, 23b-33

Il giorno seguente Pietro partì con gli uomini inviati da Cornelio e alcuni fratelli di Giaffa lo accompagnarono. Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli con i parenti e gli amici intimi che aveva invitato. Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!». Poi, continuando a conversare con lui, entrò, trovò riunite molte persone e disse loro: «Voi sapete che a un Giudeo non è lecito aver contatti o recarsi da stranieri; ma Dio mi ha mostrato che non si deve chiamare profano o impuro nessun uomo. Per questo, quando mi avete mandato a chiamare, sono venuto senza esitare. Vi chiedo dunque per quale ragione mi avete mandato a chiamare». Cornelio allora rispose: «Quattro giorni or sono, verso quest’ora, stavo facendo la preghiera delle tre del pomeriggio nella mia casa, quando mi si presentò un uomo in splendida veste e mi disse: “Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita e Dio si è ricordato delle tue elemosine. Manda dunque qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, detto Pietro; egli è ospite nella casa di Simone, il conciatore di pelli, vicino al mare”. Subito ho mandato a chiamarti e tu hai fatto una cosa buona a venire. Ora dunque tutti noi siamo qui riuniti, al cospetto di Dio, per ascoltare tutto ciò che dal Signore ti è stato ordinato».

SALMO

Sal 97 (98)

® Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

oppure

® Alleluia, alleluia, alleluia.

Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto meraviglie.

Gli ha dato vittoria la sua destra

e il suo braccio santo. ®

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele. ®

Tutti i confini della terra hanno veduto

la vittoria del nostro Dio.

Acclami il Signore tutta la terra,

gridate, esultate, cantate inni! ®

 

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Giovanni  7, 40b-52

In quel tempo. Alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!».

“Dio mi ha mostrato che non si deve chiamare profano o impuro nessun uomo”: belle queste parole di Pietro che, dopo la visione, decide di seguire quegli uomini conducendolo a casa di Cornelio e aprendo, così, di fatto la fede a tutte le genti. “Andate in tutto il mondo”: il comando di Gesù si sta avverando, non senza ostacoli, ma trova l’inizio proprio dal primo degli Apostoli.

La durezza dei farisei nei confronti di Gesù e di quelle guardie che non l’hanno arrestato perché “mai un uomo ha parlato così” la dicono lunga su dove risieda la paura e dove, invece, la saggezza: la paura è dietro le intenzioni dei farisei che vedono in Gesù un “concorrente” sul piano morale e religioso con il quale non riescono a competere; la saggezza in queste guardie e in Nicodemo che, davvero, prendono sul serio l’ascolto di questo testimone di Dio potente in parole e in opere.

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