La Parola che conta: Lunedì 9 maggio 2016, VII di Pasqua
LETTURA
Lettura del Cantico dei Cantici 5, 2a. 5-6b
Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore. / Mi sono alzata per aprire al mio amato / e le mie mani stillavano mirra; / fluiva mirra dalle mie dita / sulla maniglia del chiavistello. / Ho aperto allora all’amato mio, / ma l’amato mio se n’era andato, era scomparso.
SALMO
Sal 41 (42)
® L’anima mia ha sete del Dio vivente.
oppure
® Alleluia, alleluia, alleluia.
Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Le lacrime sono il mio pane giorno e notte,
mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?». ®
Questo io ricordo e l’anima mia si strugge:
avanzavo tra la folla,
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa. ®
Perché ti rattristi, anima mia,
perché ti agiti in me?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio. ®
EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 10, 23. 27-33
Fratelli, «Tutto è lecito!». Sì, ma non tutto giova. «Tutto è lecito!». Sì, ma non tutto edifica.
Se un non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza. Ma se qualcuno vi dicesse: «È carne immolata in sacrificio», non mangiatela, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza; della coscienza, dico, non tua, ma dell’altro. Per quale motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe essere sottoposta al giudizio della coscienza altrui? Se io partecipo alla mensa rendendo grazie, perché dovrei essere rimproverato per ciò di cui rendo grazie?
Dunque, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 9, 14-15
In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
La veglia e la ricerca sono due caratteristiche dell’amore tra i due sposi del Cantico dei cantici: un amore che non si ferma mai, un amore che è sempre in ricerca e in movimento, un amore che veglia nell’attesa. Chissà se anche il nostro rapporto con il Signore non si ferma mai, è sempre in ricerca e in movimento, veglia nell’attesa…
Oggi Paolo parla di rispetto della fede altrui: è più facile rimanere rigidi osservanti dei propri principi senza mettersi “nei panni degli altri”. Questo discorso è importante soprattutto quando le radici della fede sono comuni ma poi gli sviluppi hanno direzioni diverse. Quale principio adottare? Non scandalizzare la coscienza dell’altro ma pensare alla gloria di Dio: la salvezza di tutti è il più grande desiderio del Padre. Chissà se è anche uno dei miei desideri…
Gesù ribadisce il suo ruolo di sposo dell’umanità e della Chiesa: Egli infatti porta con sé tutto il buono e il bello. Anche quando Egli compirà la sua missione ascendendo al cielo e donando lo Spirito santo per i discepoli sarà sempre tempo di festa e di gioia perché la promessa di essere con loro ogni giorno si avvera.
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