La Parola che conta: Lunedì 27 novembre 2017

Lunedì della III Settimana di Avvento

 

EZECHIELE

Lettura del profeta Ezechiele 9, 1-11

In quei giorni. Una voce potente gridò ai miei orecchi: «Avvicinatevi, voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento di sterminio in mano». Ecco sei uomini giungere dalla direzione della porta superiore che guarda a settentrione, ciascuno con lo strumento di sterminio in mano. In mezzo a loro c’era un altro uomo, vestito di lino, con una borsa da scriba al fianco. Appena giunti, si fermarono accanto all’altare di bronzo. La gloria del Dio d’Israele, dal cherubino sul quale si posava, si alzò verso la soglia del tempio e chiamò l’uomo vestito di lino che aveva al fianco la borsa da scriba. Il Signore gli disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono». Agli altri disse, in modo che io sentissi: «Seguitelo attraverso la città e colpite! Il vostro occhio non abbia pietà, non abbiate compassione. Vecchi, giovani, ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio: non toccate, però, chi abbia il tau in fronte. Cominciate dal mio santuario!».
Incominciarono dagli anziani che erano davanti al tempio. Disse loro: «Profanate pure il tempio, riempite di cadaveri i cortili. Uscite!». Quelli uscirono e fecero strage nella città. Mentre essi facevano strage, io ero rimasto solo. Mi gettai con la faccia a terra e gridai: «Ah! Signore Dio, sterminerai quanto è rimasto d’Israele, rovesciando il tuo furore sopra Gerusalemme?».
Mi disse: «L’iniquità d’Israele e di Giuda è enorme, la terra è coperta di sangue, la città è piena di violenza. Infatti vanno dicendo: “Il Signore ha abbandonato il paese; il Signore non vede”. Ebbene, neppure il mio occhio avrà pietà e non avrò compassione: farò ricadere sul loro capo la loro condotta». Ed ecco, l’uomo vestito di lino, che aveva la borsa al fianco, venne a rendere conto con queste parole: «Ho fatto come tu mi hai comandato».

 

SALMO 
Sal 85 (86)

 ® Tu sei buono, Signore, e perdoni.

Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
tieni unito il mio cuore,
perché tema il tuo nome. ®

Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà:
dona al tuo servo la tua forza,
salva il figlio della tua serva. ®

Dammi un segno di bontà;
vedano quelli che mi odiano e si vergognino,
perché tu, Signore, mi aiuti e mi consoli. ®

 


PROFETI

Lettura del profeta Malachia 3, 13-18

In quei giorni. Malachia disse: «Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: “Che cosa abbiamo detto contro di te?”. Avete affermato: “È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti”. Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve».

 

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Matteo 13, 53-58

In quel tempo. Terminate le parabole, il Signore Gesù partì di là. Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

 

La profezia di Ezechiele mostra la durezza della punizione per le colpe d’Israele: soltanto chi sospira e geme per i peccati del popolo e per gli abomini compiuti viene risparmiato attraverso il segno del tau (ultima lettera dell’alfabeto ebraico) sulla fronte. Tale scena viene ripresa dall’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse.

Malachia ci pone di fronte il dilemma dell’uomo religioso di sempre: a che serve servire Dio ed essere fedele ai suoi comandamenti? Quali vantaggi se ne traggono, visto che gli stolti e i miscredenti prosperano? Solamente chi vive nel timore di Dio, ricordandosi di essere creatura di fronte al Creatore, viene ascoltato nelle sue preghiere e suppliche: questa è la differenza, diviene cioè figlio amato di un Dio che non è tiranno ma Padre.

L’incredulità sbarra la strada al compimento della volontà benefica del Padre che si compie attraverso Gesù: il Maestro non può compiere prodigi e segni a causa del pregiudizio nei suoi confronti, come se la gente sapesse già chi è e che non può compiere nulla di simile. Anche nelle relazioni viviamo molto spesso questa sfiducia e questo pregiudizio: così sbarriamo la strada alla vera conoscenza e alla verità di fronte al prossimo, chiunque esso sia.

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