La Parola che conta: Lunedì 26 novembre 2018

Lunedì della II settimana di Avvento

 

Geremia
Lettura del profeta Geremia 2, 1-2a; 3, 1-5

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: / «Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme: / Così dice il Signore: / Se un uomo ripudia la moglie / ed ella si allontana da lui per appartenere a un altro, / tornerà il primo ancora da lei? / Quella terra non sarebbe tutta contaminata? / E tu, che ti sei prostituita con molti amanti, / osi tornare da me? / Oracolo del Signore. / Alza gli occhi sui colli e osserva: / dove non sei stata disonorata? / Tu sedevi sulle vie aspettandoli, / come fa l’Arabo nel deserto. / Così hai contaminato la terra / con la tua impudicizia e perversità. / Per questo sono state fermate le piogge / e gli acquazzoni di primavera non sono venuti. / Sfrontatezza di prostituta è la tua, / non vuoi arrossire. / E ora gridi verso di me: “Padre mio, / amico della mia giovinezza tu sei! / Manterrà egli il rancore per sempre? / Conserverà in eterno la sua ira?”. / Così parli, ma intanto commetti / tutto il male che puoi».

 

Salmo
Sal 76 (77)

     ®  La mia voce sale a Dio finché mi ascolti.

Forse il Signore ci respingerà per sempre,
non sarà mai più benevolo con noi?
È forse cessato per sempre il suo amore,
è finita la sua promessa per sempre? ®

Può Dio aver dimenticato la pietà,
aver chiuso nell’ira la sua misericordia?
Ricordo i prodigi del Signore,
sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo. ®

Vado considerando le tue opere,
medito tutte le tue prodezze.
Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio,
i figli di Giacobbe e di Giuseppe. ®

 

Profeti
Lettura del profeta Zaccaria 1, 1-6

Nell’ottavo mese dell’anno secondo di Dario, fu rivolta questa parola del Signore al profeta Zaccaria, figlio di Berechia, figlio di Iddo: «Il Signore si è molto sdegnato contro i vostri padri. Tu dunque riferirai loro: Così dice il Signore degli eserciti: Tornate a me – oracolo del Signore degli eserciti – e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti. Non siate come i vostri padri, ai quali i profeti di un tempo andavano gridando: “Dice il Signore degli eserciti: Tornate indietro dal vostro cammino perverso e dalle vostre opere malvagie”. Ma essi non vollero ascoltare e non mi prestarono attenzione, oracolo del Signore. Dove sono i vostri padri? I profeti forse vivranno sempre? Le parole e le leggi che io avevo comunicato ai miei servi, i profeti, non si sono forse adempiute per i padri vostri? Essi sono tornati e hanno detto: “Quanto il Signore degli eserciti ci aveva minacciato a causa dei nostri traviamenti e delle nostre colpe, l’ha eseguito sopra di noi”».

 

Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Matteo 11, 16-24

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: / “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, / abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

 

Infedeltà, chiusura del cuore, mancanza di conversione sono tre temi comuni alle letture di oggi. In particolare Geremia denuncia la leggerezza con la quale il popolo si comporta, prostituendosi e così violando il patto di fedeltà sancito dal Dio riconosciuto come Padre: egli condanna la mancanza di coerenza tra il comportamento e la professione delle parole. Anche Zaccaria parla di mancanza di conversione, anche se il profeta riferisce l’intenzione di Dio di tornare al popolo se il popolo è disposto a tornare a Lui: un nuovo incontro, un nuovo inizio è il desiderio dell’Altissimo. Gesù, infine, denuncia l’indisponibilità a lasciarsi scalfire nel cuore e nel pensiero dalla novità da lui stesso portata, una novità che va al nocciolo e al cuore della fede, dell’esistenza, della stessa vita. Solamente la disponibilità a lasciarsi incontrare dalla novità di Dio porterà vera fedeltà, vera conversione.

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