La Parola che conta: Giovedì 29 novembre 2018

Giovedì della II settimana di Avvento

Geremia
Lettura del profeta Geremia 3, 6a. 19-25

In quei giorni. Il Signore mi disse: «Io pensavo: / Come vorrei considerarti tra i miei figli / e darti una terra invidiabile, / un’eredità che sia l’ornamento più prezioso delle genti! / Io pensavo: Voi mi chiamerete: “Padre mio”, / e non tralascerete di seguirmi. / Ma come una moglie è infedele a suo marito, / così voi, casa di Israele, siete stati infedeli a me». / Oracolo del Signore. / Sui colli si ode una voce, / pianto e gemiti degli Israeliti, / perché hanno reso tortuose le loro vie, / hanno dimenticato il Signore, loro Dio. / «Ritornate, figli traviati, / io risanerò le vostre ribellioni». / «Ecco, noi veniamo a te, / perché tu sei il Signore, nostro Dio. / In realtà, menzogna sono le colline, / e le grida sui monti; / davvero nel Signore, nostro Dio, / è la salvezza d’Israele. / L’infamia ha divorato fin dalla nostra giovinezza / il frutto delle fatiche dei nostri padri, / le loro greggi e i loro armenti, / i loro figli e le loro figlie. / Corichiamoci nella nostra vergogna, / la nostra confusione ci ricopra, / perché abbiamo peccato contro il Signore, nostro Dio, / noi e i nostri padri, / dalla nostra giovinezza fino ad oggi; / non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio».

Salmo
Sal 85 (86)

® Tu sei buono, Signore, e perdoni.

Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
tieni unito il mio cuore,
perché tema il tuo nome. ®

Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà:
dona al tuo servo la tua forza,
salva il figlio della tua serva. ®

Dammi un segno di bontà;
vedano quelli che mi odiano e si vergognino,
perché tu, Signore, mi aiuti e mi consoli. ®

Profeti
Lettura del profeta Zaccaria 2, 10-17

In quei giorni. L’angelo mi disse: «Su, su, fuggite dal paese del settentrione – oracolo del Signore – voi che ho disperso ai quattro venti del cielo. Oracolo del Signore. Mettiti in salvo, o Sion, tu che abiti con la figlia di Babilonia! Il Signore degli eserciti, dopo che la sua gloria mi ha inviato, dice alle nazioni che vi hanno spogliato: Chi tocca voi, tocca la pupilla dei miei occhi. Ecco, io stendo la mano sopra di esse e diverranno preda dei loro schiavi. E voi saprete che il Signore degli eserciti mi ha inviato.
Rallégrati, esulta, figlia di Sion, / perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te. / Oracolo del Signore. / Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore / e diverranno suo popolo, / ed egli dimorerà in mezzo a te / e tu saprai che il Signore degli eserciti / mi ha inviato a te. / Il Signore si terrà Giuda / come eredità nella terra santa / ed eleggerà di nuovo Gerusalemme. / Taccia ogni mortale davanti al Signore, / poiché egli si è destato dalla sua santa dimora».

Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Matteo 12, 33-37

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai farisei: «Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato».

 

Ancora una volta Geremia mette al centro della sua “accusa” al popolo il peccato di iinfedeltà che poi, in sostanza, è anche peccato di non riconoscenza nei confronti di quando Dio Padre ha fatto e sta facendo.

Solamente la fedeltà del Signore e la sua intenzione di salvare il suo popolo e la figlia di Sion rimarrà per sempre: ecco allora che Zaccaria annuncia la volontà di Dio ad intervenire e a manifestarsi perché ogni mortale taccia di fronte al suo agire.

Gesù parla della radice e del frutto: solamente se la radice è buona il frutto potrà esserlo altrettanto.

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