La Parola che conta: Venerdì 4 ottobre 2019
San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia
Festa
LETTURA Sof 2, 3a-d; 3, 12-13a. 16a-b. 17a-b. 20a-c
Lettura del profeta Sofonia
Così dice il Signore Dio: «Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l’umiltà. Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero. Confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore». In quel tempo io vi guiderò, in quel tempo vi radunerò e vi darò fama e lode fra tutti i popoli della terra».
SALMO Sal 56 (57)
A te, Signore, la lode, la gloria e l’onore.
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.
Invocherò Dio, l’Altissimo,
Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà. R
Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore, svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora. R
Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà. R
EPISTOLA Gal 6, 14-18
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
VANGELO Mt 11, 25-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo il Signore Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Solo umiltà, povertà, giustizia, obbedienza e ricerca fiduciosa permettono di trovare quel Signore che rendo ciascuno appartenente a un popolo donando una identità precisa e una fede incrollabile nell’opera divina.
La croce di Gesù, così come il dono di essere associati ala sua passione, sono il vero vanto del discepolo: perché solo così ogni cosa è illuminata e ogni esperienza, anche quella più difficile e dolorosa, trova un senso, proprio nella comunione con Gesù crocifisso e risorto.
“Queste cose” sono quelle delle quali Gesù è autore: la vicinanza all’uomo e alla donna in ogni condizione di vita, la speranza donata a piene mani e soprattutto l’amore del Padre mostrato anche attraverso i doni della grazia (miracoli, perdono, conversione, chiamata alla sequela…) sono possibili grazie alla semplicità e alla disponibilità di chi ha un cuore che si rende piccolo e umile. La conseguenza: trovare ristoro in Lui e condivisione piena della vita.
Così è stato san Francesco, così chiediamo che sia per tutti noi.
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