La Parola che conta: Venerdì 2 agosto 2024 (rito ambrosiano)
Venerdì della settimana della X Domenica dopo Pentecoste
Memoria di sant’Eusebio di Vercelli, vescovo
LETTURA 2Cr 10, 1-4. 15-19
Lettura del secondo libro delle Cronache
In quei giorni. Roboamo andò a Sichem, perché tutti gli Israeliti erano convenuti a Sichem per proclamarlo re. Quando lo seppe, Geroboamo, figlio di Nebat, che era in Egitto, dove era fuggito per paura del re Salomone, tornò dall’Egitto. Lo mandarono a chiamare e Geroboamo venne con tutto Israele e parlarono a Roboamo dicendo: «Tuo padre ha reso duro il nostro giogo; ora tu alleggerisci la dura servitù di tuo padre e il giogo pesante che egli ci ha imposto, e noi ti serviremo». Il re non ascoltò il popolo, poiché era disposizione divina che il Signore attuasse la parola che aveva rivolta a Geroboamo, figlio di Nebat, per mezzo di Achia di Silo. Tutto Israele, visto che il re non li ascoltava, diede al re questa risposta: «Che parte abbiamo con Davide? Noi non abbiamo eredità con il figlio di Iesse! Ognuno alle proprie tende, Israele! Ora pensa alla tua casa, Davide». Tutto Israele se ne andò alle sue tende. Sugli Israeliti che abitavano nelle città di Giuda regnò Roboamo. Il re Roboamo mandò Adoràm, che era sovrintendente al lavoro coatto, ma gli Israeliti lo lapidarono ed egli morì. Allora il re Roboamo salì in fretta sul carro per fuggire a Gerusalemme. Israele si ribellò alla casa di Davide fino ad oggi.
SALMO Sal 105 (106)
Perdona, Signore, l’infedeltà del tuo popolo.
Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie. R
Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba. R
Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso. R
VANGELO Lc 11, 46-54
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
” Il re non ascoltò il popolo, poiché era disposizione divina che il Signore attuasse la parola che aveva rivolta a Geroboamo, figlio di Nebat, per mezzo di Achia di Silo”: la storia umana è intrecciata a quella divina che, misteriosamente, guida i passi degli uomini, a patto che questi ultimi lo stiano a sentire attraverso i profeti che Egli manda. La divisione del regno è volontà divina: ci pare strano, visto quanto il Signore ha fatto per radunare, salvare e condurre il suo popolo: eppure di fronte alla volontà di potere, divisione e discordia che esce dal cuore dell’uomo, la libertà divina si ferma in attesa che il cuore dell’uomo si converta e torni a vivere davvero nella fede retta e nella fiducia del Signore.
Gesù non è per niente tenero con i dottori della Legge e con tutti quelli che non hanno ascoltato le parole dei profeti, uomini di Dio, e hanno persino contribuito ad ucciderli pur tributando loro, da morti, un grande onore: la conoscenza di Dio e della sua volontà è la chiave di volta della rivelazione e proprio in Gesù, riconosciuto Signore, Maestro, Figlio dell’uomo e Messia si compie tutto questo. Il giudizio, ricorda il Signore, comprende anche tutto quanto è stato operato per iniquità e per conservare un potere o un privilegio mondano travestito di religiosità: la vera fede è accettare e accogliere Gesù, la sua sapienza e la sua rivelazione di Dio Padre; e questo può avvenire con difficoltà e, a volte, nella persecuzione.
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