La Parola che conta: Venerdì 16 settembre 2022 (rito ambrosiano)
Venerdì della settimana della II Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Memoria dei Santi Cornelio, papa, e Cipriano, vescovo, martiri
LETTURA 1Pt 4, 12-19
Lettura della prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi. Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio. È questo il momento in cui ha inizio il giudizio a partire dalla casa di Dio; e se incomincia da noi, quale sarà la fine di quelli che non obbediscono al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell’empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, consegnino la loro vita al Creatore fedele, compiendo il bene.
SALMO Sal 10 (11)
Mio rifugio è il Signore.
Nel Signore mi sono rifugiato.
Come potete dirmi:
«Fuggi come un passero verso il monte»?
Ecco, i malvagi tendono l’arco,
aggiustano la freccia sulla corda
per colpire nell’ombra i retti di cuore. R
Quando sono scosse le fondamenta,
il giusto che cosa può fare?
Ma il Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l’uomo. R
Il Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza.
Brace, fuoco e zolfo farà piovere sui malvagi;
vento bruciante toccherà loro in sorte.
Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti contempleranno il suo volto. R
VANGELO Lc 17, 22-25
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
La persecuzione a causa del nome di Gesù e del suo Vangelo non deve abbattere e nemmeno scandalizzare i credenti di ogni tempo. Le parole di Pietro sono chiare: “nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi”. La testimonianza è martirio e martirio è la testimonianza: siamo chiamati a rendere ragione della speranza che è in noi e, a volte, a pagare di persona per questo. Ma nostro modello è Gesù e il suo cammino di vita: guardiamo a Lui per non smarrire la luce della fede.
E per guardare a Gesù non occorre cercare il “sensazionalismo”: occorre la fedeltà al segno per eccellenza della Sua Presenza Reale in mezzo a noi, l’Eucaristia che segna il cammino della Chiesa e dei credenti, il segno per eccellenza che ci guida e ci nutre e ci difende dal Male prendendo su di sé la sofferenza per purificarla. I santi martiri di cui oggi facciamo memoria, Cornelio papa e Cipriano vescovo, siano intercessori per noi per questo dono di fede.
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