La Parola che conta: Sabato 14 gennaio 2024 (rito ambrosiano)
Sabato della settimana della I Domenica dopo l’Epifania
Memoria facoltativa di sant’Ilario, vescovo e dottore della Chiesa
LETTURA Es 6, 1-13
Lettura del libro dell’Esodo
In quei giorni. Il Signore disse a Mosè: «Ora vedrai quello che sto per fare al faraone: con mano potente li lascerà andare, anzi con mano potente li scaccerà dalla sua terra!». Dio parlò a Mosè e gli disse: «Io sono il Signore! Mi sono manifestato ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe come Dio l’Onnipotente, ma non ho fatto conoscere loro il mio nome di Signore. Ho anche stabilito la mia alleanza con loro, per dar loro la terra di Canaan, la terra delle loro migrazioni, nella quale furono forestieri. Io stesso ho udito il lamento degli Israeliti, che gli Egiziani resero loro schiavi, e mi sono ricordato della mia alleanza. Pertanto di’ agli Israeliti: “Io sono il Signore! Vi sottrarrò ai lavori forzati degli Egiziani, vi libererò dalla loro schiavitù e vi riscatterò con braccio teso e con grandi castighi. Vi prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio. Saprete che io sono il Signore, il vostro Dio, che vi sottrae ai lavori forzati degli Egiziani. Vi farò entrare nella terra che ho giurato a mano alzata di dare ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe; ve la darò in possesso: io sono il Signore!”». Mosè parlò così agli Israeliti, ma essi non lo ascoltarono, perché erano stremati dalla dura schiavitù. Il Signore disse a Mosè: «Va’ e parla al faraone, re d’Egitto, perché lasci partire dalla sua terra gli Israeliti!». Mosè disse alla presenza del Signore: «Ecco, gli Israeliti non mi hanno ascoltato: come vorrà ascoltarmi il faraone, mentre io ho le labbra incirconcise?». Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e diede loro ordini per gli Israeliti e per il faraone, re d’Egitto, allo scopo di far uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto.
SALMO Sal 92 (93)
Il Signore regna, saldo e il suo trono per sempre.
Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.
È stabile il mondo, non potrà vacillare. R
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.
Più del fragore di acque impetuose,
più potente dei flutti del mare,
potente nell’alto è il Signore. R
Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. R
EPISTOLA Rm 9, 1-5
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
VANGELO Mt 5, 17-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Il Signore si rivela e parla sia a Mosè che ad Aronne: non ha “argomenti” per convincere né loro stessi e nemmeno il popolo, solamente la sua parola e la fedeltà alla sua alleanza rinnovata dopo aver udito il grido del suo popolo. E questo dentro un vero e proprio processo, dentro un vero e proprio cammino rinnovato: “Vi prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio”.
Il grande dolore e la sofferenza continua di cui parla Paolo è vedere tanti, la maggior parte dei suoi consanguinei per carne (gli Israeliti), lontani dalla fede e dalla rivelazione compiuta da Gesù indicato come verità e testimoniato nello Spirito santo.
E Gesù stesso nel Vangelo conferma che la sua venuta è per dare pieno compimento alla legge, riassunta nel comandamento antico e nuovo dell’amore: l’osservanza dei comandamenti, dirà Paolo, è quel pedagogo che conduce al riconoscimento di Gesù rivelatore del Padre.
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