La Parola che conta: Venerdì 12 luglio 2024 (rito ambrosiano)

Venerdì della settimana della VII Domenica dopo Pentecoste

Memoria facoltativa dei santi Nàbore e Felice, martiri

LETTURA Gdc 16, 22-31
Lettura del libro dei Giudici

In quei giorni. La capigliatura che avevano rasata a Sansone cominciava a ricrescergli. Ora i prìncipi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon, loro dio, e per far festa. Dicevano: «Il nostro dio ci ha messo nelle mani Sansone nostro nemico». Quando la gente lo vide, cominciarono a lodare il loro dio e a dire: «Il nostro dio ci ha messo nelle mani il nostro nemico, che devastava la nostra terra e moltiplicava i nostri caduti». Nella gioia del loro cuore dissero: «Chiamate Sansone perché ci faccia divertire!». Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione ed egli si mise a far giochi alla loro presenza. Poi lo fecero stare fra le colonne. Sansone disse al servo che lo teneva per la mano: «Lasciami toccare le colonne sulle quali posa il tempio, perché possa appoggiarmi ad esse». Ora il tempio era pieno di uomini e di donne; vi erano tutti i prìncipi dei Filistei e sul terrazzo circa tremila persone fra uomini e donne, che stavano a guardare, mentre Sansone faceva i giochi. Allora Sansone invocò il Signore dicendo: «Signore Dio, ricòrdati di me! Dammi forza ancora per questa volta soltanto, o Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!». Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava il tempio; si appoggiò ad esse, all’una con la destra e all’altra con la sinistra. Sansone disse: «Che io muoia insieme con i Filistei!». Si curvò con tutta la forza e il tempio rovinò addosso ai prìncipi e a tutta la gente che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita. Poi i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; risalirono e lo seppellirono fra Sorea ed Estaòl, nel sepolcro di Manòach suo padre. Egli era stato giudice d’Israele per venti anni.

SALMO Sal 19 (20)

Il Signore dà vittoria al suo consacrato.

Ti risponda il Signore nel giorno dell’angoscia,
ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera,
adempia ogni tuo progetto. R

Esulteremo per la tua vittoria,
nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli:
adempia il Signore tutte le tue richieste. R

Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato;
gli risponde dal suo cielo santo
con la forza vittoriosa della sua destra. R

VANGELO Lc 10, 1b-7a
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa».

L’epilogo della storia di Sansone è da inquadrare nella fare del popolo di Dio in cui i Giudici sono coloro che hanno governato cercando di dirimere le controversie e ricordando gli obblighi derivanti dai Comandamenti dati dal Signore. Questa narrazione è sicuramente lontana dalla nostra sensibilità ma comunque prepara la via perché il popolo di Dio riceva la pienezza della rivelazione in Gesù: Egli è il vero e autentico Nazireo, consacrato al Signore, del quale anche Sansone è stato un preannuncio profetico.

L’arrivo di Gesù è preparato dall’invio dei discepoli. Alcuni particolari: i discepoli non sono mai soli perché mandati a due a due per testimoniare con la vita anzitutto che la fede è comunione; c’è sempre una sproporzione tra le forze messe in campo e la missione ma questo non deve scoraggiare per chiedere che altri si uniscano all’opera; ci saranno difficoltà anche enormi ma il Signore assicura la sua assistenza; occorre essere sobri e portare la pace, due cose che il mondo non conosce.

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