La parola che conta: Sabato della penultima settimana dopo l’Epifania (18 febbraio)

Lettura del Vangelo secondo Marco 8, 34-38

In quel tempo. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, il Signore Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

 

Queste parole così dirette e decise Gesù le dice non solo ai discepoli, anche alla folla, insieme: come a sottolineare che l’esigenza di sequela e di cambiamento non è riservata a un gruppo di scelti, di eletti, ma è proposta per il vivere comune, come comunità.

Bellissima domanda di Cristo: quale vantaggio guadagnare il mondo se l’uomo perde la sua vita? Perdere la vita, il suo senso, l’impegno per un vivere non banale ma donato: ecco dunque la rotta da seguire.

Ed io, sono uno di quelli che vuole perdere la vita per guardagnare il mondo? Oppure il contrario?

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