La Parola che conta: Sabato 4 marzo 2023 (rito ambrosiano)
Sabato della I settimana di Quaresima
LETTURA Dt 24, 17-22
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Ascolta Israele. Non lederai il diritto dello straniero e dell’orfano e non prenderai in pegno la veste della vedova. Ricòrdati che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha liberato il Signore, tuo Dio; perciò ti comando di fare questo. Quando, facendo la mietitura nel tuo campo, vi avrai dimenticato qualche mannello, non tornerai indietro a prenderlo. Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova, perché il Signore, tuo Dio, ti benedica in ogni lavoro delle tue mani. Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornare a ripassare i rami. Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova. Quando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a racimolare. Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova. Ricòrdati che sei stato schiavo nella terra d’Egitto; perciò ti comando di fare questo».
SALMO Sal 9 (10)
Il Signore non dimentica il grido degli afflitti.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
annuncerò tutte le tue meraviglie.
Gioirò ed esulterò in te,
canterò inni al tuo nome, o Altissimo,
perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa:
ti sei seduto in trono come giudice giusto. R
Il Signore sarà un rifugio per l’oppresso,
un rifugio nei momenti di angoscia.
Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché tu non abbandoni chi ti cerca, Signore. R
Egli chiede conto del sangue versato,
se ne ricorda, non dimentica il grido dei poveri.
Tu vedi l’affanno e il dolore,
li guardi e li prendi nelle tue mani. R
A te si abbandona il misero,
dell’orfano tu sei l’aiuto.
Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri,
perché sia fatta giustizia all’orfano e all’oppresso. R
EPISTOLA Rm 14, 1-9
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, accogliete chi è debole nella fede, senza discuterne le opinioni. Uno crede di poter mangiare di tutto; l’altro, che invece è debole, mangia solo legumi. Colui che mangia, non disprezzi chi non mangia; colui che non mangia, non giudichi chi mangia: infatti Dio ha accolto anche lui. Chi sei tu, che giudichi un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone. Ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di tenerlo in piedi. C’è chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti uguali; ciascuno però sia fermo nella propria convinzione. Chi si preoccupa dei giorni, lo fa per il Signore; chi mangia di tutto, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; chi non mangia di tutto, non mangia per il Signore e rende grazie a Dio. Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
VANGELO Mt 12, 1-8
✠ Lettura del Vangelo secondo MatteoIn quel tempo. Il Signore Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
“Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova, perché il Signore, tuo Dio, ti benedica in ogni lavoro delle tue mani”: il testo del libro dei Deuteronomio esprime la volontà di Dio che il suo popolo si prenda cura di chi è più debole in mezzo a loro; e i deboli del tempo, anche ora lo sono, sono lo straniero, l’orfano e la vedova. Conseguenza di quest’attenzione sarà la benedizione di Dio che tocca come sollievo la fatica del lavoro delle proprie mani.
“Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore”: il principio della fede per Paolo risiede qui, essere del Signore in ogni circostanza della vita. Se si rimane del Signore allora ogni controversia, ogni dubbio, ogni contrarietà viene superata proprio perché Lui stesso guida, corregge e sostiene.
“Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato”: una legge è valida per sé stessa oppure ha un senso nel suo significato più profondo? La legge del sabato è semplice adempimento oppure ha dentro di sé una forza intrinseca? Gesù propende per la seconda risposta: Lui è Signore del sabato non come despota assoluto ma come liberatore e compimento della legge stessa.
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