La Parola che conta: Sabato 31 agosto 2024 (rito ambrosiano)
Sabato della settimana della Domenica che precede il martirio di san Giovanni il Precursore
Memoria facoltativa dei santi Felice e Abbondio, vescovi
LETTURA Dt 11, 1-8a
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Ama dunque il Signore, tuo Dio, e osserva ogni giorno le sue prescrizioni: le sue leggi, le sue norme e i suoi comandi. Oggi voi – non parlo ai vostri figli che non hanno conosciuto né hanno visto le lezioni del Signore, vostro Dio – riconoscete la sua grandezza, la sua mano potente, il suo braccio teso, i suoi portenti, le opere che ha fatto in mezzo all’Egitto, contro il faraone, re d’Egitto, e contro la sua terra; ciò che ha fatto all’esercito d’Egitto, ai suoi cavalli e ai suoi carri, come ha fatto rifluire su di loro le acque del Mar Rosso, quando essi vi inseguivano, e come il Signore li ha distrutti per sempre; ciò che ha fatto per voi nel deserto, fino al vostro arrivo in questo luogo; ciò che ha fatto a Datan e ad Abiràm, figli di Eliàb, figlio di Ruben, quando la terra spalancò la bocca e li inghiottì con le loro famiglie, le loro tende e quanto a loro apparteneva, in mezzo a tutto Israele. Davvero i vostri occhi hanno visto le grandi cose che il Signore ha operato. Osserverete dunque tutti i comandi che oggi vi do».
SALMO Sal 98 (99)
Esaltate il Signore, nostro Dio.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocavano il suo nome. R
Invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato. R
Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! R
EPISTOLA 1Tm 6, 11b-16
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Carissimo, tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui onore e potenza per sempre. Amen.
VANGELO Gv 14, 21-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato».
“Davvero i vostri occhi hanno visto le grandi cose che il Signore ha operato. Osserverete dunque tutti i comandi che oggi vi do”: Mosè fonda l’osservanza della legge divina da parte del popolo sulla testimonianza diretta di quanto quest’ultimo ha visto ed è stato beneficiato delle grandi opere della potente liberazione di Dio dalle mani dell’Egitto. E questo è da esempio per tutte le generazioni che non hanno visto e assistito a tutto questo: ecco perché nella fede ebraica imperativo è ricordare quanto il Signore ha fatto per loro, a modo di esempio per ogni popolo della terra.
Combattere la buona battaglia della fede per conservarla intatta ed entrare nella vita eterna, compimento di ogni esistenza credente: è questo che raccomanda Paolo al suo diletto figlio e discepolo Timoteo, ricorrendo all’esempio concreto di Gesù che di fronte a Pilato, alle sue domane e alle minacce, ha tenuto ben saldo il suo cuore e il suo animo radicato nella fede del Padre e dello Spirito. Fedeltà a Dio, fede in Lui e osservanza della sua Legge vanno di pari passo.
Gesù introduce i discepoli nel cuore della rivelazione: Dio è Amore, il Padre è amore e il Figlio è venuto a manifestarlo sulla via della fedeltà e dell’obbedienza al Suo volere; la fede non è altro che entrare e rimanere nella comunione continua, profonda, spirituale e reale con la Trinità che vive dell’Amore e nell’Amore; ma per farlo occorre decidersi per amore e dunque lasciare parlare il Signore, accogliendo le sue parole, i suoi comandamenti e facendoli propri.
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