La Parola che conta: Sabato 3 agosto 2024 (rito ambrosiano)

Sabato della settimana della X Domenica dopo Pentecoste

Memoria facoltativa di san Pietro Giuliano Eymard, sacerdote

LETTURA Dt 4, 9-20
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè disse: «Bada a te e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli. Il giorno in cui sei comparso davanti al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il Signore mi disse: “Radunami il popolo e io farò loro udire le mie parole, perché imparino a temermi per tutti i giorni della loro vita sulla terra, e le insegnino ai loro figli”. Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai piedi del monte; il monte ardeva, con il fuoco che si innalzava fino alla sommità del cielo, fra tenebre, nuvole e oscurità. Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura: vi era soltanto una voce. Egli vi annunciò la sua alleanza, che vi comandò di osservare, cioè le dieci parole, e le scrisse su due tavole di pietra. In quella circostanza il Signore mi ordinò di insegnarvi leggi e norme, perché voi le metteste in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. State bene in guardia per la vostra vita: poiché non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò sull’Oreb dal fuoco, non vi corrompete, dunque, e non fatevi l’immagine scolpita di qualche idolo, la figura di maschio o di femmina, la figura di qualunque animale che è sopra la terra, la figura di un uccello che vola nei cieli, la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra. Quando alzi gli occhi al cielo e vedi il sole, la luna, le stelle e tutto l’esercito del cielo, tu non lasciarti indurre a prostrarti davanti a quelle cose e a servirle; cose che il Signore, tuo Dio, ha dato in sorte a tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli. Voi, invece, il Signore vi ha presi, vi ha fatti uscire dal crogiuolo di ferro, dall’Egitto, perché foste per lui come popolo di sua proprietà, quale oggi siete».

SALMO Sal 98 (99)

Esaltate il Signore, nostro Dio.

Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi. Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocavano il suo nome. R

Invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato. R

Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! R

EPISTOLA Col 1, 21-23
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi

Fratelli, un tempo anche voi eravate stranieri e nemici, con la mente intenta alle opere cattive; ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne mediante la morte, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui; purché restiate fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunciato in tutta la creazione che è sotto il cielo, e del quale io, Paolo, sono diventato ministro.

VANGELO Lc 13, 23-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Un tale chiese al Signore Gesù: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Mosè si rivolge al popolo alla vigilia dell’ingresso nella terra promessa raccomandando caldamente di non dimenticare quanto è successo finora, ovvero la guida sicura di Dio, la sua parola potente, le sue opere grandiose e le condizioni dell’alleanza stipulata: la fedeltà di Dio sta alla base della fedeltà e della memoria richiesta ad Israele proprio perché Israele stesso ha udito la voce di Dio.

Come si fa a presentarsi a Dio santi e immacolati e irreprensibili? Sembra una missione impossibile visti e conosciuti i nostri limiti e le nostre fragilità! Eppure Paolo indica la via: restare “fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del vangelo (che avete) ascoltato”; solamente una grande e quotidiana confidenza con il Vangelo, con Gesù, una continua ricerca del confronto, dialogo, scontro con Lui è la garanzia che, al termine di ogni battaglia spirituale, la guerra sia vinta dallo Spirito di fortezza e di santità, lo Spirito di Dio che già è in noi come caparra.

Per entrare dalla porta stretta della salvezza, quella fatta su misura per ciascuno di noi, occorre avere operato secondo giustizia: ma di quale giustizia Gesù parla? Certamente non quella umana, fallace e incompleta! La giustizia divina è di tutt’altro tipo perché sa di Vangelo, misericordia, verità ed è frutto del cuore del Padre che ama ciascuno dei suoi figli e delle sue creature. Guardare alle beatitudini con gli occhi nuovi, quelli da figli, è il cammino della salvezza che passa dallo spogliarci di quanto di noi stessi è ingombrante e non può passare dalla porta stretta: per esempio la virtù dell’umiltà è un’ottima consigliera.

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