La Parola che conta: Sabato 28 settembre 2024 (rito ambrosiano)

Sabato della settimana della IV Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Memoria facoltativa del beato Luigi Monza, sacerdote

LETTURA Dt 15, 12-18b
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè disse: «Se un tuo fratello ebreo o una ebrea si vende a te, ti servirà per sei anni, ma il settimo lo lascerai andare via da te libero. Quando lo lascerai andare via da te libero, non lo rimanderai a mani vuote. Gli farai doni dal tuo gregge, dalla tua aia e dal tuo torchio. Gli darai ciò di cui il Signore, tuo Dio, ti avrà benedetto. Ti ricorderai che sei stato schiavo nella terra d’Egitto e che il Signore, tuo Dio, ti ha riscattato; perciò io ti do oggi questo comando. Ma se egli ti dice: “Non voglio andarmene da te”, perché ama te e la tua casa e sta bene presso di te, allora prenderai la lesina, gli forerai l’orecchio contro la porta ed egli ti sarà schiavo per sempre. Anche per la tua schiava farai così. Non ti sia grave lasciarlo andare libero, perché ti ha servito sei anni».

SALMO Sal 97 (98)

Acclamate al nostro re, il Signore.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani. R

Esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R

EPISTOLA Fm 1, 8-21
Lettera di san Paolo apostolo a Filèmone

Carissimo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore. Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore. Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io. Per non dirti che anche tu mi sei debitore, e proprio di te stesso! Sì, fratello! Che io possa ottenere questo favore nel Signore; da’ questo sollievo al mio cuore, in Cristo! Ti ho scritto fiducioso nella tua docilità, sapendo che farai anche più di quanto ti chiedo.

VANGELO Mt 8, 5-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Entrato in Cafàrnao, venne incontro al Signore Gesù un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.

Qual è la vera libertà? Per la Bibbia è chiaro: un rapporto interpersonale fondato sul rispetto e sulla libera decisione di servire o meno quanti incontriamo, nel rispetto del ruoli sociali ma anche nella memoria che è Qualcuno che ci libera e ci rende tali (così è per il popolo ebraico che fa memoria della liberazione per le mani di Dio dall’Egitto).

La vera libertà è riconoscerci tutti fratelli in Cristo Gesù: è quello che esprime Paolo in questa sua breve lettera, quasi biglietto, a Filèmone, per pregarlo per Onèsimo. L’incontro con Gesù davvero cambia la vita e ci restituisce quella identità di figli che, dentro ruoli diversi, ci accomuna tutti nel medesimo destino di salvezza e di gloria grazie alla fede in cristo Gesù riconosciuto Signore e Salvatore. Questo fa nascere una nuova fraternità fondata non più solamente su legami parentali e di sangue o su amicizie dettate da simpatie o meno.

Quando Gesù passa per un luogo lascia il segno: è così per Cafàrnao dove un centurione gli viene incontro pregandolo di guarire il suo servo, oppure nella casa di Pietro dove guarisce sua suocera. Ma tutti questi segni hanno un duplice significato: hanno come base la fede in Lui e, poi, la suscitano in chi è lì presente o rafforza quella di quanti chiedono un suo intervento; hanno anche l’obbiettivo di manifestare la vera identità di Gesù come Messia e Signore e rivelatore di Dio come Padre attento e premuroso verso ognuno dei suoi figli.

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