La Parola che conta: Sabato 28 gennaio 2023 (rito ambrosiano)

Sabato della settimana della III Domenica dopo l’Epifania

Memoria di san Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa

LETTURA Es 19, 7-11
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano per sempre anche a te». Mosè riferì al Signore le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Va’ dal popolo e santificalo, oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai, alla vista di tutto il popolo».

SALMO Sal 95 (96)

Cantate al Signore e annunciate la sua salvezza.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. R

In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi. R

Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario. R

EPISTOLA Gal 4, 22 – 5, 1
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, sta scritto che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma il figlio della schiava è nato secondo la carne; il figlio della donna libera, in virtù della promessa. Ora, queste cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due alleanze. Una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, è rappresentata da Agar – il Sinai è un monte dell’Arabia –; essa corrisponde alla Gerusalemme attuale, che di fatto è schiava insieme ai suoi figli. Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la madre di tutti noi. Sta scritto infatti: «Rallégrati, sterile, tu che non partorisci, grida di gioia, tu che non conosci i dolori del parto, perché molti sono i figli dell’abbandonata, più di quelli della donna che ha marito». E voi, fratelli, siete figli della promessa, alla maniera di Isacco. Ma come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello nato secondo lo spirito, così accade anche ora. Però, che cosa dice la Scrittura? «Manda via la schiava e suo figlio, perché il figlio della schiava non avrà eredità col figlio della donna libera». Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma della donna libera. Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.

VANGELO Mt 20, 17-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Mentre saliva a Gerusalemme, il Signore Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».

E’ un momento solenne quello descritto dal brano dell’Esodo: Mosè si appresta ad essere mediatore dell’Alleanza tra Dio e il popolo portando quest’ultimo davanti al Signore dopo che si è preparato e convinto della fiducia da riporre nell’Altissimo. Per i discepoli del Nuovo Testamento il nuovo Mosè è Gesù.

Paolo ricorda come i credenti in Cristo siano figli della libertà, dello Spirito secondo la fede; e usa, come paragone allegorico, i due figli di Abramo, l’uno nato dalla schiava (Agar, figlio della carne e della schiavitù) e l’altro nato grazie all’intervento divino da Sara (figlio dello spirito e della libertà). Sta a noi ricordare, cioè tenere nel cuore, questa responsabilità, questa vocazione, questa chiamata: “Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù”.

Il Vangelo ricorda il punto di svolta della missione di Gesù, quando con decisione annuncia ai dodici la salita a Gerusalemme e la conseguente consegna, condanna a morte per crocifissione da parte dei pagani e, infine la risurrezione. E’ la decisione libera di Gesù, Figlio dell’uomo e della promessa, di aderire alla volontà del Padre.

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