La Parola che conta: Sabato 27 luglio 2024 (rito ambrosiano)
Sabato della settimana della IX Domenica dopo Pentecoste
Memoria facoltativa di san Pantaleone, martire
LETTURA Nm 14, 26-35
Lettura del libro dei Numeri
In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: «Fino a quando sopporterò questa comunità malvagia che mormora contro di me? Ho udito le mormorazioni degli Israeliti contro di me. Riferisci loro: “Come è vero che io vivo, oracolo del Signore, così come avete parlato alle mie orecchie io farò a voi! I vostri cadaveri cadranno in questo deserto. Nessun censito tra voi, di quanti siete stati registrati dai venti anni in su e avete mormorato contro di me, potrà entrare nella terra nella quale ho giurato a mano alzata di farvi abitare, a eccezione di Caleb, figlio di Iefunnè, e di Giosuè, figlio di Nun. Proprio i vostri bambini, dei quali avete detto che sarebbero diventati una preda di guerra, quelli ve li farò entrare; essi conosceranno la terra che voi avete rifiutato. Quanto a voi, i vostri cadaveri cadranno in questo deserto. I vostri figli saranno nomadi nel deserto per quarant’anni e porteranno il peso delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri siano tutti quanti nel deserto. Secondo il numero dei giorni che avete impiegato per esplorare la terra, quaranta giorni, per ogni giorno un anno, porterete le vostre colpe per quarant’anni e saprete che cosa comporta ribellarsi a me”. Io, il Signore, ho parlato. Così agirò con tutta questa comunità malvagia, con coloro che si sono coalizzati contro di me: in questo deserto saranno annientati e qui moriranno».
SALMO Sal 97 (98)
Acclamate al nostro re, il Signore.
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani. R
Esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R
EPISTOLA Eb 3, 12-19
Lettera agli Ebrei
Badate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura questo oggi, perché nessuno di voi si ostini, sedotto dal peccato. Siamo infatti diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda fino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall’inizio. Quando si dice: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione», chi furono quelli che, dopo aver udito la sua voce, si ribellarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall’Egitto sotto la guida di Mosè? E chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant’anni? Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto? E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto? E noi vediamo che non poterono entrarvi a causa della loro mancanza di fede.
VANGELO Mt 13, 54-58
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Venuto nella sua patria, il Signore Gesù insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
La sfiducia del popolo è alla base di questo “sfogo divino” nel quale il Signore manifesta la sua amarezza per la mormorazione di quanti ha liberato e condotto nel deserto fin alla soglia della terra promessa: per il popolo è troppo che la terra sia occupata da altra gente che sembra ben più forte, così la mormorazione serpeggia e Dio decide l’Esodo nel deserto finché sia cambiata l’intera generazione e così poi poter entrare nella terra promessa.
E’ un ammonimento potente e forte quello contenuto nel breve brano della lettera agli Ebrei: il cuore, tutto l’uomo, deve rimanere vicino e fedele al Dio vivente, altrimenti cade nel peccato, nel vizio e nella perdizione. La fede è un esercizio di fiducia piena e continua anche in circostanze avverse, proprio come ricorda l’autore facendo riferimento all’esodo di Israele.
Gesù compie gli stessi segni e parla la stessa lingua dappertutto, anche nella sua patria. Ma quello che incontra lì è il pregiudizio del sapere già chi è e quindi lasciare che il cuore e la mente rimangano chiusi e impermeabili alla novità portata da Gesù: è il rischio che corriamo anche noi quando pensiamo di conoscere già Gesù e il suo Vangelo.
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