La Parola che conta: Sabato 27 agosto 2022, memoria di Santa Monica (rito ambrosiano)
Sabato della settimana della XI Domenica dopo Pentecoste
Memoria di santa Monica
LETTURA Dt 4, 23-31
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Guardatevi dal dimenticare l’alleanza che il Signore, vostro Dio, ha stabilito con voi e dal farvi alcuna immagine scolpita di qualunque cosa, riguardo alla quale il Signore, tuo Dio, ti ha dato un comando, perché il Signore, tuo Dio, è fuoco divoratore, un Dio geloso. Quando avrete generato figli e nipoti e sarete invecchiati nella terra, se vi corromperete, se vi farete un’immagine scolpita di qualunque cosa, se farete ciò che è male agli occhi del Signore, tuo Dio, per irritarlo, io chiamo oggi a testimone contro di voi il cielo e la terra: voi certo scomparirete presto dalla terra in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano. Voi non vi rimarrete lunghi giorni, ma sarete tutti sterminati. Il Signore vi disperderà fra i popoli e non resterete che un piccolo numero fra le nazioni dove il Signore vi condurrà. Là servirete a dèi fatti da mano d’uomo, di legno e di pietra, i quali non vedono, non mangiano, non odorano. Ma di là cercherai il Signore, tuo Dio, e lo troverai, se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l’anima. Nella tua disperazione tutte queste cose ti accadranno; negli ultimi giorni però tornerai al Signore, tuo Dio, e ascolterai la sua voce, poiché il Signore, tuo Dio, è un Dio misericordioso, non ti abbandonerà e non ti distruggerà, non dimenticherà l’alleanza che ha giurato ai tuoi padri».
SALMO Sal 94 (95)
Venite, adoriamo il Signore.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R
EPISTOLA Rm 8, 25-30
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio. Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.
VANGELO Lc 13, 31-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!».
Le parole di Mosè al popolo sono dure: ricordano che l’alleanza con il Signore è fondata sulla fedeltà di quest’ultimo ma richiede la perseveranza e la fedeltà del popolo stesso. Cosa succederà nel caso in cui il popolo non rimarrà fedele? Lo scenario descritto è catastrofico, eppure una strada si apre ugualmente, promessa dal Dio fedele, per quel resto d’Israele che, pur disperso in mezzo alle nazioni, tornerà al Signore e ascolterà la sua voce.
Il salmo, come di consueto, è la risposta lirica e poetica al testo precedente: in esso c’è la passione per il Signore nel recarsi nel suo luogo santo e, insieme, la supplica a non cedere all’incredulità proprio come successe nel deserto, durante l’Esodo.
Paolo ci ricorda che l’opera dello Spirito è quella di mantenerci in collegamento, in comunione con il Signore anche se noi stessi facciamo fatica a comprenderlo e a viverlo nella pienezza: i gemini inesprimibili, così come ciò che non vediamo eppure speriamo indicano questo Mistero che ci accompagna e ci guida, misteriosamente. Nostro compito è sperare, perseverare e credere nella promessa di salvezza e nella certa presenza del Signore.
Il Signore Gesù “piange” su Gerusalemme, la città della pace e del compimento del disegno del Padre: egli non ha paura di percorrere quella strada, tutta in salita, non ha paura delle minacce di Erode o di chissà chi altri. Il Signore Gesù semmai soffre per la mancata accoglienza alla sua persona e alla sua testimonianza di fede e di amore: anche per questo il Figlio dell’uomo non ha una pietra dove posare il capo, perché la sua missione non ha mai termine finché tutti lo riconoscano come Signore, Salvatore e rivelatore di Dio Padre.
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