La Parola che conta: Sabato 24 febbraio 2024 (rito ambrosiano)
Sabato della I settimana di Quaresima
LETTURA Os 6, 4-6
Lettura del profeta Osea
Così dice il Signore Dio: «Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce. Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti».
SALMO Sal 111 (112)
Beato l’uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre. R
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Cattive notizie non avrà da temere,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore. R
Sicuro è il suo cuore, non teme.
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria. R
EPISTOLA Rm 13, 9b-14
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, qualsiasi altro comandamento si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità. E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne.
VANGELO Mt 12, 1-8
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
L’amore dell’uomo credente nei confronti di Dio è paragonato, per consistenza, alle nubi e alla rugiada del mattino che presto svanisce: di fronte alla fedeltà dell’amore divino Lui stesso chiede non tanto di dimostrare con i sacrifici quanto l’uomo tenga a Dio, semmai consegnare a Lui la fragilità di questo amore umano perché sia Lui la forza e la costanza.
Il comandamento dell’Amore viene indicato da Paolo come unica e principale indicazione da seguire alla lettera: esso stesso, vissuto da Gesù fino in fondo, è principio e fondamento di ogni altra opera buona e luminosa, capace di gettare via le tenebre e di fuggire dai desideri della carne.
Gesù si appella alla storia del popolo di Dio per smascherare l’ipocrisia di una falsa osservanza della legge del sabato: prende ad esempio addirittura il santo re Davide per poi affermare con decisione “il Figlio dell’uomo è signore del sabato”, indicandolo in se steso e dando più importanza alla sua presenza che al tempio stesso. A volte tante nostre devozioni assomigliano a questa religiosità ipocrita che si riempie di parole e di pratiche che chissà se conducono al cuore, a Gesù stesso!
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