La Parola che conta: Sabato 21 settembre 2024 (rito ambrosiano)

San Matteo, apostolo ed evangelista

Festa

LETTURA At 1, 12-14
Lettura degli Atti degli Apostoli

Dopo che Gesù fu assunto in cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.

SALMO Sal 18 (19)

Risuona in tutto il mondo la parola di salvezza.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia. R

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio. R

EPISTOLA Ef 1, 3-14
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Fratelli, benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

VANGELO Mt 9, 9-17
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Andando via, il Signore Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Matteo è uno dei Dodici, chiamato direttamente da Gesù come ricorda lui stesso nella narrazione del suo Vangelo: insieme agli altri forma il gruppo degli Apostoli, colonne della Chiesa che, insieme a Maria, ha vissuto il tempo dopo l’ascensione al cielo del Signore in preghiera e in piena comunione tornando là dove erano soliti riunirsi (molto probabilmente il Cenacolo). Passione, morte e risurrezione di Gesù hanno unito gli Apostoli nell’unica missione affidata loro: essere testimoni del Risorto.

Nell’inno paolino di Efesini 1 c’è un’espressione che ricorre spesso: “In Lui”; essa si riferisce a Cristo, dunque il rapporto dei credenti passa necessariamente attraverso questa relazione grazie alla quale il Padre ci sceglie, ci rende figli, ci salva e ci redime, ci predestina ad essere lode della sua gloria, ci sigilla con lo Spirito santo. E’ una realtà grande e profonda quella nella quale siamo inseriti grazie alla comunione e al rapporto con il Signore Gesù: i primi a testimoniarcelo sono stati gli Apostoli e poi quella schiera ininterrotta di discepoli della quale anche noi facciamo parte.

Gesù utilizza l’immagine del vino nuovo che deve essere versato in otri nuovi, altrimenti vengono persi entrambi: egli indica la strada da seguire che è quella della sequela esigente e dell’apertura del cuore alla Sua chiamata a questo andarGli dietro. Lo ha fatto con Matteo, con i Dodici e lo fa anche oggi, certamente non con le modalità di allora (ora Gesù è nella gloria del Padre e agisce attraverso lo Spirito santo): per questo dobbiamo essere persone con una vita spirituale, attente a ciò che è in noi e ci viene donato e “stimolato” anche dall’esterno perché “Dio ama sempre attraverso qualcuno” (beato Pino Puglisi).

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