La Parola che conta: Sabato 10 giugno 2023 (rito ambrosiano)
Sabato della settimana della I Domenica dopo Pentecoste
LETTURA Lv 8, 1-13
Lettura del libro del Levitico
In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e disse: «Prendi Aronne insieme ai suoi figli, le vesti, l’olio dell’unzione, il giovenco del sacrificio per il peccato, i due arieti e il cesto dei pani azzimi; convoca tutta la comunità all’ingresso della tenda del convegno». Mosè fece come il Signore gli aveva ordinato e la comunità fu convocata all’ingresso della tenda del convegno. Mosè disse alla comunità: «Questo il Signore ha ordinato di fare». Mosè fece accostare Aronne e i suoi figli e li lavò con acqua. Poi rivestì Aronne della tunica, lo cinse della cintura, gli pose addosso il manto, gli mise l’efod e lo cinse con la cintura dell’efod, con la quale lo fissò. Gli mise anche il pettorale, e nel pettorale pose gli urìm e i tummìm. Poi gli mise in capo il turbante e sul davanti del turbante pose la lamina d’oro, il sacro diadema, come il Signore aveva ordinato a Mosè. Poi Mosè prese l’olio dell’unzione, unse la Dimora e tutte le cose che vi si trovavano e così le consacrò. Fece con esso sette volte l’aspersione sull’altare, unse l’altare con tutti i suoi accessori, il bacino con il suo piedistallo, per consacrarli. Versò l’olio dell’unzione sul capo di Aronne e unse Aronne, per consacrarlo. Poi Mosè fece avvicinare i figli di Aronne, li vestì di tuniche, li cinse con le cinture e legò sul loro capo i turbanti, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
SALMO Sal 94 (95)
Venite, acclamiamo al Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R
Perché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti. R
Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. R
EPISTOLA Eb 5, 7-10
Lettera agli Ebrei
Fratelli, nei giorni della sua vita terrena Cristo offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek.
VANGELO Lc 4, 16b-22b
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Secondo il suo solito, di sabato, il Signore Gesù entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.
I segni della consacrazione al servizio all’altare e alla funzione sacerdotale dovevano essere ben evidenziati all’inizio della storia del popolo di Dio: per questo motivo Esodo indugia sulla descrizione minuziosa di adempimenti, oggetti, vesti e azioni nei riguardi della casa di Aronne, la tribù dei leviti e dei sacerdoti. Doveva ben essere messo in evidenza il loro servizio e la loro dignità di servitori dell’Altissimo e del Suo Altare.
Quei segni contenuti nel Primo Testamento diventano con Gesù, “proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek“, compimento del servizio e punto di congiunzione definitivo tra l’uomo e Dio, tra cielo e terra: il pieno abbandono del Figlio nelle braccia del Padre è il segno e la “sostanza” più eloquente di tutte di questo disegno che si compie e di questa porta del cielo che si apre.
Gesù ha coscienza della sua missione e prendendo il mano il rotolo delle Scritture applica a sé ciò che vi legge e vi medita: davvero lo Spirito del Signore è sopra di Lui per compiere la missione verso i poveri, gli afflitti, i prigionieri, gli oppressi… insomma una vera e propria missione da liberatore dell’uomo che si riconosce salvato e figlio di Dio.
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