La Parola che conta: Sabato 10 agosto 2024 (rito ambrosiano)

San Lorenzo

Festa10 Agosto 2024

LETTURA Is 43, 1-6
Lettura del Profeta Isaia

Così dice il Signore Dio che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, poiché io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore. Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto, l’Etiopia e Seba al tuo posto. Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo, do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita. Non temere, perché io sono con te; dall’oriente farò venire la tua stirpe, dall’occidente io ti radunerò. Dirò al settentrione: “Restituisci”, e al mezzogiorno: “Non trattenere; fa’ tornare i miei figli da lontano e le mie figlie dall’estremità della terra”».

SALMO Sal 16 (17)

Provami col fuoco, Signore, non troverai malizia.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
dal tuo volto venga per me il giudizio. R

Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia.
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno. R

All’ombra delle tue ali nascondimi,
di fronte ai malvagi che mi opprimono,
nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine. R

EPISTOLA 2Cor 9, 6b-9
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti: «Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno».

VANGELO Gv 12, 24-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Il Signore proclama solennemente e semplicemente che il suo popolo gli appartiene: a noi questo termine fa sobbalzare perché ci sembra esagerato, ma se leggiamo l’intensità delle parole che il profeta Isaia riferisce (parole pronunciate direttamente dal Signore) comprendiamo che quest’appartenenza non è soffocante, bensì liberante, sicura, piena di protezione e di amorevole cura (le immagini che sono riportate esprimono molto bene tutto questo).

“Dio ama chi dona con gioia”: da questo principio derivano una serie di considerazioni importanti per vivere una vita da discepoli e da fedeli attenti soprattutto al nostro prossimo e molto meno a noi stessi, per quanto riguarda la condivisione e l’utilizzo dei beni materiali messi a nostra disposizione oppure guadagnati con il sudore della propria fronte. Ma questo non è un giudizio o un’indicazione solamente morale (come dobbiamo comportarci): qui sta nascosta la rivelazione di Dio, il Dio della Provvidenza e generoso che fa dei suoi beni quanto ne vuole, distribuendone non secondo il merito ma secondo la grazia, la gratuità.

Gesù un po’ parla di sé quando introduce il paragone del seme che, morto, porta frutto: siamo alla vigilia della passione, morte e risurrezione e il Signore vuole essere, per quanto possibile, chiaro e riconosciuto dai suoi discepoli. Anche il tema della glorificazione e dell’innalzamento è qui svelato come tema legato alla passione, al dono della vita, alla croce e a quanto essa attiri a sé ma non subito: i martiri, come San Lorenzo del quale oggi festeggiamo la memoria liturgica, sono il segno evidente che hanno compreso quanto Gesù ha detto, proclamato, vissuto e lo hanno fatto proprio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.