La Parola che conta: Sabato 1 settembre 2012

LETTURA
Lettura del libro del Deuteronomio 11, 1-8a

In quei giorni. Mosè disse: «Ama dunque il Signore, tuo Dio, e osserva ogni giorno le sue prescrizioni: le sue leggi, le sue norme e i suoi comandi. Oggi voi – non parlo ai vostri figli che non hanno conosciuto né hanno visto le lezioni del Signore, vostro Dio – riconoscete la sua grandezza, la sua mano potente, il suo braccio teso, i suoi portenti, le opere che ha fatto in mezzo all’Egitto, contro il faraone, re d’Egitto, e contro la sua terra; ciò che ha fatto all’esercito d’Egitto, ai suoi cavalli e ai suoi carri, come ha fatto rifluire su di loro le acque del Mar Rosso, quando essi vi inseguivano, e come il Signore li ha distrutti per sempre; ciò che ha fatto per voi nel deserto, fino al vostro arrivo in questo luogo; ciò che ha fatto a Datan e ad Abiràm, figli di Eliàb, figlio di Ruben, quando la terra spalancò la bocca e li inghiottì con le loro famiglie, le loro tende e quanto a loro apparteneva, in mezzo a tutto Israele. Davvero i vostri occhi hanno visto le grandi cose che il Signore ha operato. Osserverete dunque tutti i comandi che oggi vi do».

 

SALMO
Sal 98 (99)

®   Esaltate il Signore, nostro Dio.

Esaltate il Signore, nostro Dio,

prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocavano il suo nome. ®

Invocavano il Signore ed egli rispondeva.

Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato. ®

Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,

eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! ®

 

EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 6, 11b-16

Carissimo, tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.

Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, / che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, / il beato e unico Sovrano, / il Re dei re e Signore dei signori, / il solo che possiede l’immortalità / e abita una luce inaccessibile: / nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. / A lui onore e potenza per sempre. Amen.

 

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 14, 21-24

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato».

 

Riconoscere l’amore: è questo il primo passo per poter ascoltare, comprendere e obbedire ai comandi del Signore. Senza l’amore e senza riconoscere questo sentimento che crea un legame profondo e duraturo nella relazione di paternità e di figliolanza possiamo fare poca strada nell’accogliere e seguire le indicazioni che ci vengono offerte.

Chiediamo anzitutto di amare e di sentirci amati: poi riusciremo a fare quache passo ancora più deciso sulla strada della vita vera!

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