La Parola che conta: Sabato 1 dicembre 2012
Lettura del profeta Geremia 3, 6a; 5, 1-9b
In quei giorni. Il Signore mi disse: «Percorrete le vie di Gerusalemme, / osservate bene e informatevi, / cercate nelle sue piazze / se c’è un uomo che pratichi il diritto / e cerchi la fedeltà, / e io la perdonerò. / Invece giurano certamente il falso / anche quando dicono: “Per la vita del Signore!”». / I tuoi occhi, Signore, non cercano forse la fedeltà? / Tu li hai percossi, ma non mostrano dolore; / li hai fiaccati, ma rifiutano di comprendere la correzione. / Hanno indurito la faccia più di una rupe, / rifiutano di convertirsi. / Io pensavo: «Sono certamente gente di bassa condizione, / quelli che agiscono da stolti, / non conoscono la via del Signore, / la legge del loro Dio. / Mi rivolgerò e parlerò ai grandi, / che certo conoscono la via del Signore / e il diritto del loro Dio». / Purtroppo anche questi hanno rotto il giogo, / hanno spezzato i legami! / Per questo li azzanna il leone della foresta, / il lupo delle steppe ne fa scempio, / il leopardo sta in agguato vicino alle loro città: / quanti escono saranno sbranati, / perché si sono moltiplicati i loro peccati, / sono aumentate le loro ribellioni. / «Perché ti dovrei perdonare? / I tuoi figli mi hanno abbandonato, / hanno giurato per coloro che non sono dèi. / Io li ho saziati, ed essi hanno commesso adulterio, / si affollano nelle case di prostituzione. / Sono come stalloni ben pasciuti e focosi; / ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo. / Non dovrei forse punirli? / Oracolo del Signore».
Salmo
Sal 105 (106)
® Abbi pietà di noi, Signore, per il tuo grande amore.
Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie,
non si ricordarono della grandezza del tuo amore
e si ribellarono presso il mare, presso il Mar Rosso. ®
Ma Dio li salvò per il suo nome,
per far conoscere la sua potenza.
Li salvò dalla mano di chi li odiava,
li riscattò dalla mano del nemico. ®
Salvaci, Signore Dio nostro,
radunaci dalle genti,
perché ringraziamo il tuo nome santo:
lodarti sarà la nostra gloria.
Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
da sempre e per sempre. ®
Epistola
Lettera agli Ebrei 2, 8b-17
Fratelli, avendo Dio sottomesso al Figlio tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: / «Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, / in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi»; / e ancora: / «Io metterò la mia fiducia in lui»; / e inoltre: / «Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato». Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Matteo 12, 43-50
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva agli scribi e ai farisei: «Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia». Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Questa è la volontà del Padre: nella seconda lettura di oggi c’è la chiave di lettura degli altri testi delle Scritture di oggi.
Gesù assume su di sè, per volontà del Padre, la morte per svuotare dal suo interno il suo peso e il suo potere e donare agli uomini la nuova certezza di una vita rinnovata, al di là e oltre ogni altra debolezza.
La volontà del Padre è allora osservare e mettere in pratica gli insegnamenti del Figlio, non solo pronunciati a parole, ma vissuti sul serio in una vita piena e donata.
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