La Parola che conta: Mercoledì 18 settembre 2024 (rito ambrosiano)
Mercoledì della settimana della III Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Memoria di sant’Eustorgio I, vescovo
LETTURA Gc 1, 9-18
Lettura della lettera di san Giacomo apostolo
Carissimi, il fratello di umili condizioni sia fiero di essere innalzato, il ricco, invece, di essere abbassato, perché come fiore d’erba passerà. Si leva il sole col suo ardore e fa seccare l’erba e il suo fiore cade, e la bellezza del suo aspetto svanisce. Così anche il ricco nelle sue imprese appassirà. Beato l’uomo che resiste alla tentazione perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano. Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno. Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono; poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il peccato, una volta commesso, produce la morte. Non ingannatevi, fratelli miei carissimi; ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.
SALMO Sal 36 (37)
Il Signore conosce la vita dei buoni.
I malvagi sfoderano la spada e tendono l’arco
per abbattere il povero e il misero,
per uccidere chi cammina onestamente.
Ma la loro spada penetrerà nel loro cuore
e i loro archi saranno spezzati. R
È meglio il poco del giusto
che la grande abbondanza dei malvagi;
le braccia dei malvagi saranno spezzate,
ma il Signore è il sostegno dei giusti. R
Il Signore conosce i giorni degli uomini integri:
la loro eredità durerà per sempre.
Non si vergogneranno nel tempo della sventura
e nei giorni di carestia saranno saziati. R
VANGELO Lc 18, 15-17
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Presentavano al Signore Gesù anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso».
Giacomo apostolo parla del ricco e del povero: quest’ultimo in particolare dice che sarà innalzato proprio a causa della sua condizione, mentre il ricco vedrà le proprie opere appassire some i fiori del campo che vengono recisi e colti; sembra una condanna senza appello alla ricchezza, in realtà è un monito ad utilizzare i propri beni senza esserne schiavi o tentati: il testo infatti prosegue parlando di tentazione e del fatto che essa, superata grazie al sostegno del Signore, rafforza la propria vita di fede. C’è un altro aspetto importante: l’affermazione che da Dio non proviene nessuna tentazione, nessuna prova: “Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno. Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono”.
Accogliere il regno di Dio come un bambino per entrare in esso: è questa l’indicazione che Gesù dona ai discepoli. Cosa significa dunque? Un bambino accoglie senza riserve, si fida e si lascia condurre, trova in quel riferimento una certezza che lo accompagna e lo fa crescere: occorre avere una fiducia davvero piena in Dio e nel suo figlio Gesù che è venuto ad inaugurare la sua presenza reale, continua e misteriosa in attesa del compimento dei tempi e della vita di ciascuno.
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