La Parola che conta: Mercoledì 15 febbraio 2023 (rito ambrosiano)
Mercoledì della settimana della penultima Domenica dopo l’Epifania
LETTURA Sap 13, 1-9
Lettura del libro della Sapienza
Davvero vani per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è, né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice. Ma o il fuoco o il vento o l’aria veloce, la volta stellata o l’acqua impetuosa o le luci del cielo essi considerarono come dèi, reggitori del mondo. Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro sovrano, perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza. Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati. Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore. Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero, perché essi facilmente s’ingannano cercando Dio e volendolo trovare. Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con cura e si lasciano prendere dall’apparenza perché le cose viste sono belle. Neppure costoro però sono scusabili, perché, se sono riusciti a conoscere tanto da poter esplorare il mondo, come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?
SALMO Sal 52 (53)
Saggio e l’uomo che cerca il Signore.
Lo stolto pensa: «Dio non c’è».
Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
non c’è chi agisca bene.
Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo
per vedere se c’è un uomo saggio,
uno che cerchi Dio. R
Sono tutti traviati, tutti corrotti;
non c’è chi agisca bene, neppure uno.
Non impareranno dunque tutti i malfattori
che divorano il mio popolo come il pane
e non invocano Dio? R
Sì, Dio ha disperso le ossa degli aggressori,
sono confusi perché Dio li ha respinti.
Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele?
Quando Dio ristabilirà la sorte del suo popolo,
esulterà Giacobbe e gioirà Israele. R
VANGELO Mc 11, 12-14. 20-25
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, il Signore Gesù ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».
“Davvero vani per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è, né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice”: occorre avere l’umiltà di riconoscere l’opera di Dio che ci circonda e così essere liberamente creature insieme al nostro Creatore. La sapienza risiede nel principio del sapere di non sapere e lo sguardo sincero è di colui che di fronte alla realtà si interroga, alza lo sguardo e domanda di comprendere.
Collegato al tema della prima lettura è quello del Vangelo: l’efficacia della preghiera risiede nell’essere accordati con la volontà di Dio, proprio come Gesù ha testimoniato in tutta la sua esistenza. Sta a ciascuno di noi vivere cercando questa sintonia con la Trinità e, così, essere in grado di chiedere ed ottenere ciò che è Sua volontà.
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