La Parola che conta: Martedì della VII settimana di Pasqua (rito ambrosiano) 26/5/2020
LETTURA Ct 5, 6b-8
Lettura del Cantico dei Cantici
L’amato mio se n’era andato, era scomparso. Io venni meno, per la sua scomparsa; l’ho cercato, ma non l’ho trovato, l’ho chiamato, ma non mi ha risposto. Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città; mi hanno percossa, mi hanno ferita, mi hanno tolto il mantello le guardie delle mura. Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate l’amato mio che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore!
SALMO Sal 17 (18)
Ti amo, Signore, mio Dio.
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,
mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. R
Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è roccia, se non il nostro Dio?
Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino. R
Per questo, Signore, ti loderò tra le genti
e canterò inni al tuo nome.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre. R
EPISTOLA Fil 3, 17 – 4, 1
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!
VANGELO Gv 15, 9-11
✠
Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Si può essere “malati d’amore”? A quanto pare sì, ci dice il Cantico dei cantici: un amore intenso, di continua ricerca, un amore senza fine che sopporta anche la mancanza e le percosse in assenza dell’Amato.
Questo Amore così grande, senza misura, ci introduce nel mistero della trasfigurazione della nostra vita per essere sempre più vita di Gesù, sua presenza viva e reale: essere saldi nel Signore, come dice Paolo, occorre perché Lui in noi possa compiere ogni opera buona a edificazione del suo regno.
Il segreto per vivere tutto questo sta qui: “Rimanete nel mio amore”. Un rimanere, non un andarsene, non un continuo peregrinare, ma una volta scoperto, sempre riscoprirlo rimanendo presso di Lui.
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