La Parola che conta: Martedì 30 luglio 2024 (rito ambrosiano)

Martedì della settimana della X Domenica dopo Pentecoste

Memoria facoltativa di san Pietro Crisologo, vescovo e dottore della Chiesa

LETTURA 2Cr 7, 1-10
Lettura del secondo libro delle Cronache

In quei giorni. Appena Salomone ebbe finito di pregare, cadde dal cielo il fuoco, che consumò l’olocausto e le altre vittime, mentre la gloria del Signore riempiva il tempio. I sacerdoti non potevano entrare nel tempio del Signore, perché la gloria del Signore lo riempiva. Tutti gli Israeliti, quando videro scendere il fuoco e la gloria del Signore sul tempio, si prostrarono con la faccia a terra sul pavimento, adorarono e celebrarono il Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Il re e tutto il popolo offrirono un sacrificio davanti al Signore. Il re Salomone offrì in sacrificio ventiduemila giovenchi e centoventimila pecore; così il re e tutto il popolo dedicarono il tempio di Dio. I sacerdoti attendevano al servizio e così pure i leviti, con tutti gli strumenti musicali che il re Davide aveva fatto per celebrare il Signore, perché il suo amore è per sempre, quando salmodiava per mezzo loro. I sacerdoti suonavano le trombe di fronte ai leviti, mentre tutti gli Israeliti stavano in piedi. Salomone consacrò il centro del cortile che era di fronte al tempio del Signore; infatti lì offrì gli olocausti e il grasso dei sacrifici di comunione, perché l’altare di bronzo, eretto da Salomone, non poteva contenere l’olocausto, l’offerta e i grassi. In quel tempo Salomone celebrò la festa per sette giorni: tutto Israele, dall’ingresso di Camat al torrente di Egitto, un’assemblea grandissima, era con lui. Nel giorno ottavo ci fu una riunione solenne, essendo durata la dedicazione dell’altare sette giorni e sette giorni anche la festa. Il ventitré del settimo mese Salomone congedò il popolo, perché tornasse alle sue tende contento e con la gioia nel cuore per il bene concesso dal Signore a Davide, a Salomone e a Israele, suo popolo.

SALMO Sal 95 (96)

Grande è il Signore e degno di ogni lode.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario. R

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo. R

Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine. R

VANGELO Lc 11, 29-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Mentre le folle si accalcavano, il Signore Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione».

È talmente importante la dedicazione del tempio che prende più di un giorno: esattamente sette, numero biblico importante perché racchiude in sé la completezza, come per esempio nella creazione del mondo. La minuziosità con la quale viene descritto il rito della dedicazione è un altro elemento importante che sottolinea questo momento Sacro e solenne per il popolo e per il regno di Davide e di Salomone: Dio benedice entrambi.

La malvagità indicata da Gesù è quella di chi si mostra in una maniera e invece ha un secondo fine più nascosto, individualista e subdolo: così è per la generazione che ha fame di segno, miracoli e prodigi ma non per riconoscere in Gesù il Messia, semmai per saziare sé stessi e confermare le proprie incontestabili certezze riguardo la fede e la vita. A questo Gesù oppone il segno del segni: la sua morte e risurrezione.

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