La Parola che conta: Martedì 3 settembre 2024 (rito ambrosiano)
Martedì della settimana della I Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Memoria di san Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa
LETTURA 1Pt 1, 13-21
Lettura della prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, cingendo i fianchi della vostra mente e restando sobri, ponete tutta la vostra speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si manifesterà. Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma, come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta. Poiché sta scritto: Sarete santi, perché io sono santo. E se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri. Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.
SALMO Sal 102 (103)
Benedici il Signore, anima mia.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità. R
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. R
VANGELO Lc 16, 1-8
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Il desiderio che dovrebbe alimentare la nostra vita: la santità. Ma cosa significa “diventare santi”? Pietro nella sua lettera ce lo spiega: diventare santi vuol dire stare con Dio attraverso Gesù, l’autore della nostra salvezza e della nostra conversione. Un detto popolare recita: “Dimmi con chi vai e ti dirò che sei”; è vero quando noi prendiamo sul serio la vita spirituale, quella vita che in noi c’è già grazie alla presenza dello Spirito santo a partire dal battesimo. Non riduciamo il nostro essere fedeli alla sola osservanza delle norme e delle leggi, che sono importanti in quanto via e indicatori di direzione: occorre guardare in alto, guardare a Lui per essere raggianti.
Figli di questo mondo e figli della luce: di chi siamo figli? Noi siamo un “impasto” di entrambi perché siamo nel mondo ma, ci ricorda Gesù, non del mondo perché apparteniamo a Lui. Dunque la parabola ci ricorda che, vero, i figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce, ma il nostro obiettivo, la nostra méta deve essere diventare quei figli della luce che tendono alla fonte della luce, della salvezza, della santità, tendono a Dio stesso attraverso Gesù.
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